Nel corso dell’estate abbiamo intervistato Paolo Bernardi, allenatore responsabile della nazionale italiana di combinata nordica. Descrivendoci lo stato di salute della squadra a sua disposizione, Bernardi aveva sottolineato come ci fossero degli atleti giovani in grado di poter fare presto il salto di qualità, come Buzzi e Maierhofer. Nato a Ortisei 24 anni fa, Maierhofer ha già due anni di esperienza in Coppa del Mondo, anche se non è ancora riuscito a entrare a punti. Il combinatista delle Fiamme Gialle è un ottimo saltatore e spera nella prossima stagione di poter fare finalmente il tanto atteso salto di qualità. Ecco cosa ha dichiarato a Fondoitalia.
Ciao Manuel, come sta andando la preparazione? Ti senti già in buone condizioni?
«Ho sensazioni molto buone, perché quest’anno mi hanno cambiato la preparazione, consentendomi di fare degli allenamenti non troppo duri, dal momento che in passato li ho spesso sofferti, arrivando sempre troppo stanco all’inizio della stagione. Vedo che sto migliorando anche nel fondo, insomma sono sulla buona strada».
Negli ultimi anni la combinata nordica è cambiata, sbilanciandosi molto dalla parte del salto.
«Infatti ci stiamo allenando molto di più nel salto, che era il nostro punto debole. Anche perché serve una miglior brillantezza nelle gambe per fare meglio il gesto. Nella passata stagione, per esempio, Bauer e Runggaldier avevano spesso i migliori tempi nel fondo, ma perdevano troppo nel salto, che era il nostro punto debole».
Al contrario, tu sembri trovarti meglio nel salto.
«Si, soprattutto nei primi anni avevo risultati migliori nel salto, anche se dall’ultimo anno in junior mi sono comportato quasi meglio sul fondo. Purtroppo nelle ultime stagioni, sono andato un po’ in calando su entrambe le cose, anche se lo scorso anno sono tornato a migliorarmi».
Cosa ti è mancato in queste stagioni?
«Ho pagato sicuramente la stanchezza, perché nel corso dell’estate ho sempre fatto delle belle gare, poi dopo la preparazione invernale sul ghiacciaio, sono sempre andato in difficoltà sentendomi troppo stanco. È un mio problema, non ho la stessa resistenza degli altri negli allenamenti, faccio più fatica».
Un problema difficile da risolvere.
«In realtà lo stiamo risolvendo, perché già nella stagione passata, ho chiesto agli allenatori di cambiare qualcosa, dal momento che non riuscivo a rendere al meglio. Ora hanno iniziato a darmi un programma personalizzato, facendomi allenare con carichi più leggeri».
Qual è il tuo obiettivo in vista della prossima stagione?
«Sicuramente quello di partecipare ai Mondiali di Lahti e fare finalmente punti in Coppa del Mondo. Sul salto mi sento bene, mentre per me la fase di fondo non è mai stata un problema. Spero soltanto di arrivare finalmente in forma all’inizio della stagione e avere così la possibilità di dimostrare quello che so fare».
A fine luglio abbiamo intervistato il tuo allenatore, Paolo Bernardi, che ci ha rivelato di avere grande fiducia in te e di vederti come un possibile candidato per far parte della gara a squadre, insieme a Buzzi.
«Mi fa molto piacere, ha sempre dimostrato di avere grande fiducia nei miei confronti, ritiene che io abbia il potenziale per fare bene. Certo, in squadra ci sono atleti che hanno sicuramente maggiore esperienza e costanza, mentre noi giovani abbiamo avuto in queste stagioni meno continuità, con alti e bassi. Speriamo di riuscire a dimostrare quello che valiamo e se dovessimo riuscirci, potremmo diventare anche noi giovani un’opzione per la gara a squadre».
Torniamo indietro nel tempo: sappiamo che hai praticato diversi sport; cosa ti ha spinto a scegliere la combinata nordica?
«Ho iniziato con lo sci alpino, praticandolo fino alle quinta elementare. Poi sono passato all’hockey su ghiaccio per due o tre anni, quindi sono tornato a sciare con gli amici e ho scoperto che mi piaceva molto saltare. Ecco quindi che ho detto a mio padre che volevo provare il salto e dalle nostre parti c’era Moroder che aveva iniziato questa attività con salto e combinata nordica. Mi sono subito innamorato di questo sport, così ho fatto le superiori a Stams in Austria, dove hanno anche degli ottimi trampolini. Moroder era allenatore sia di salto sia di fondo, così abbiamo iniziato tutti a provare la combinata nordica. Qualcuno si è poi specializzato sul salto, mentre io ho preferito la combinata. Va dato solo merito a Moroder per quello che ha fatto in Val Gardena, perché è tutto iniziato da lui».
Pensi mai alle Olimpiadi, che si disputeranno tra un anno e mezzo?
«Certamente, ma sono ancora lontane. Insomma non ci sto ancora pensando troppo, anche se ovviamente ho l’obiettivo di esserci».
Infine puoi svelarci qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Quello di ogni atleta: vincere una medaglia alle Olimpiadi. Penso sia molto difficile per tutti, perché non tanti atleti ci riescono. Per ora però mi concentro sugli obiettivi che ho per la stagione, poi si vedrà per il futuro».
Maierhofer ha le idee chiare: “Voglio dimostrare quello che so fare”
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