Prosegue il viaggio di Fondoitalia all’interno dei Gruppi Sportivi Militari e di Polizia. Conosciamo oggi il Centro Sportivo Carabinieri, che alle Olimpiadi invernali conta 15 atleti che hanno vinto la medaglia d’oro. Per farlo abbiamo intervistato il Maresciallo Davide Carrara, Comandante della sezione sport invernali del CS Carabinieri.
Buongiorno Carrara; come mai i Gruppi Sportivi Militari e di Polizia sono così importanti per gli sport invernali?
«Lo sport d’elite in Italia si fonda sui Gruppi Sportivi, perché danno agli atleti la possibilità di essere praticamente dei professionisti, di fare dello sport il loro lavoro. Quando si arruolano a 18 anni, possono concentrarsi solo sull’allenamento, con la certezza dello stipendio, sapendo di essere tutelati sotto tutti gli aspetti, da quello agonistico al sanitario, con delle strutture che gli permettono di avere a disposizione tutto ciò che serve a un atleta professionista. Inoltre i gruppi sportivi collaborano con le federazioni, per portare avanti i giovani talenti e trasformarli in campioni”.
Oltre agli atleti, i Gruppi Sportivi regalano alle federazioni anche molti tecnici.
«Quando un atleta smette la sua attività, se riteniamo che abbia le capacità per svolgere un ruolo tecnico, gli facciamo fare degli aggiornamenti e studi, per crescere dal punto di vista tecnico, prima di essere inserito all’interno della federazione come allenatore. Inoltre deve fare tutta una trafila, passando dal Gruppo Sportivo alla nazionale juniores, fino alla squadra A. Molti allenatori, dopo aver allenato la squadra A, tornano poi al Gruppo Sportivo, per aiutare i giovani a crescere. Insomma, è come una ruota che gira in favore della federazione e dello sport».
È soddisfatto dei risultati raggiunti dal vostro Gruppo Sportivo nell’ultima stagione?
«Abbiamo ottenuto degli ottimi risultati, soprattutto nello sci alpino nel quale abbiamo vinto la Coppa del Mondo di discesa libera con Peter Fill. Si è trattato di un risultato storico, perché nessun italiano era mai riuscito a vincere la classifica finale di Coppa del Mondo in questa specialità. Questo successo ha avuto un riscontro mediatico incredibile, perché lo sci alpino è lo sport con più seguito tra quelli invernali. Fill ha ricevuto numerosi premi in Italia e all’estero in questo periodo, una cosa positiva da un lato e negativa per lui dall’altro. È stato positivo perché fa sempre piacere a un atleta vedersi riconosciuto quanto fatto. La cosa negativa, però, riguarda il fatto che questi inviti gli hanno sottratto il tempo riservato agli allenamenti. Ora è partito con la nazionale per l’Argentina, dove si sta allenando sul ghiacciaio ed è molto felice di questo, perché finalmente è tornato ad allenarsi con tranquillità e concentrazione».
Per quanto riguarda il fondo e il biathlon?
«Siamo molto soddisfatti perché da un anno abbiamo ricreato una sorta di settore giovanile, grazie alla collaborazione nata con il Comitato del Friuli Venezia Giulia. Abbiamo individuato i migliori giovani friulani, seguendoli in modo molto professionale, dandogli qualcosa in più. Diamo una mano al Comitato non soltanto sotto il punto di vista tecnico, ma seguendo l’atleta con attenzione, inserendolo lentamente in un discorso professionistico. Per esempio, nel raduno che abbiamo organizzato con Di Centa e gli altri big della squadra a Oberhof in Germania, abbiamo portato alcuni di questi ragazzi per fargli fare una vera esperienza da professionisti. Ciò perché pensiamo che questo tipo di lavoro possa aiutare gli atleti più talentuosi a crescere più velocemente rispetto a quanto accadrebbe all’interno del Comitato. Sarà un progetto a lungo termine e i risultati di questo lavoro li otterremo tra qualche anno. Va detto, però, che già ne abbiamo raccolti di positivi, dal momento che tutti i dieci atleti coinvolti sono entrati nelle diverse nazionali giovanili. Addirittura, dopo la preparazione fatta con i big, quattro di questi ragazzi sono arrivati nelle prime quattro posizioni nella Coppa Italia Aspiranti a Cogne, un risultato mai raggiunto in precedenza dal comitato friulano. Pensavamo che magari fosse solo una questione di forma, ma è stato così per tutta la stagione e Luca Del Fabbro che ha dominato per tutto l’anno, ha rappresentato l’Italia alle Olimpiadi Giovanili, ottenendo un bel quinto posto nonostante fosse un anno più giovane rispetto agli altri».
Questi giovani entreranno quindi nei Carabinieri?
«Il nostro obiettivo è quello di far crescere i giovani per il bene dello sport italiano, perché per esso operiamo. Se il giovane forte entra nel nostro gruppo sportivo e si prosegue un percorso iniziato insieme, ci fa piacere. Però, se hanno la possibilità di entrare in altri gruppi, a noi va bene lo stesso. Per noi l’importante è che questi giovani crescano e facciano un salto di qualità, perché a volte i giovani forti perdono un paio d’anni prima di maturare, mentre all’estero si presentano più pronti. Noi vogliamo renderli subito maturi».
A breve ci sarà l’accorpamento della Forestale nell’Arma dei Carabinieri, che ovviamente coinvolgerà anche i Gruppi Sportivi. Come cambieranno le cose?
«Innanzitutto ci tengo a sottolineare che in questo momento non abbiamo ancora disposizioni precise su come avverrà il tutto. Da parte nostra comunque non cambierà nulla, i Forestali passeranno con noi e chi fa il suo sport continuerà a farlo, come chi è distaccato per la federazione lo sarà ancora, perché noi lavoriamo per il bene dello sport italiano. Per tutte le altre situazioni ne riparleremo successivamente, quando avremo chiare le disposizioni».
Per quanto riguarda le strutture della Forestale, come la Caserma d’Auronzo?
«Siamo orientati a utilizzarla per le discipline nordiche, anche perché è molto bella e viene utilizzata anche dalla federazione».
A proposito, ci parli delle vostre strutture.
«Non voglio vantarmi, ma probabilmente siamo quelli sistemati meglio, perché abbiamo la fortuna di avere il Centro Addestramento Alpino a Selva di Val Gardena, che è posizionato a meraviglia. Lì arrivano le piste di sci alpino e partono quelle di fondo, mentre di fronte è situato il poligono per il biathlon. Siamo in una situazione ideale per svolgere tutte le attività dalla caserma, perché se esco dall’ufficio posso mettermi immediatamente gli sci. È una fortuna anche per gli atleti che quando fanno il raduno presso la nostra struttura, parcheggiano la macchina quando arrivano e devono riprenderla soltanto quando tornano a casa, senza doverla utilizzare per gli spostamenti. Ma non solo, la nostra caserma è perfetta anche per l’estate, perché si possono fare camminate nel bosco e numerosi giri in bicicletta».
Un’ultima domanda: il vostro gruppo sportivo ha regalato all’Italia diverse vittorie negli sport invernali; secondo lei quali sono i tre atleti più significativi?
«Armin Zoeggeler nello slittino, Alberto Tomba nello sci alpino e Silvio Fauner nel fondo. Però potrei metterne tanti altri, perché abbiamo avuto anche Di Centa e Piller Cottrer sempre nel fondo, abbiamo oggi Fill nello sci alpino e pure nello slittino e nel bob ne abbiamo avuti tantissimi. Il nostro è proprio un palmares invidiabile».
CS Carabinieri, il Maresciallo Carrara: “Lavoriamo per il bene dello sport italiano”
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