Home > Notizie
Salto

Parla Fontana (Presidente FVG-FISI): “Lo sport non è una spesa ma un investimento”

Il Friuli Venezia Giulia ha regalato negli anni tanti campioni agli sport invernali, soprattutto con la famiglia Di Centa, che ha portato numerose medaglie all’Italia grazie alle imprese di Giorgio e Manuela, insieme a Gabriella Paruzzi. Oggi sono i vari Pittin e Vitozzi a tenere alta la bandiera friulana con risultati di ottimo livello nonostante la giovane età. Abbiamo intervistato il presidente del Comitato FVG della FISI, Franco Fontana, che ci ha risposto a cuore aperto, mostrando tutta la sua passione per gli sport invernali e per la sua terra. Un Comitato, quello del Friuli Venezia Giulia che ci è stato descritto in ottime condizioni, con degli impianti che soprattutto nel salto fanno invidia al paese anche grazie alla posizione geografica, un ottimo rapporto con l’amministrazione regionale e il Liceo Scientifico Bachmann, liceo degli sport invernali, un vero fiore all’occhiello.  
Buongiorno Presidente Fontana; qual è lo stato di salute degli sport invernali in Friuli Venezia Giulia?
«Il nostro comitato gode di uno stato di salute eccezionale. Per la prima volta nella storia della nostra regione abbiamo mandato quattro atleti nella nazionale di sci alpino. Abbiamo poi dei grandi atleti anche nel fondo e nel biathlon, c’è Pittin nella combinata nordica e nel salto siamo molto competitivi. Tutto questo è merito non soltanto del comitato, ma anche degli sci club, dei nostri allenatori, delle famiglie degli atleti e della Regione, che ha capito l’importanza che gli sport invernali hanno sull’economia dei paesi di montagna. Abbiamo un ottimo rapporto con la Presidente Debora Serracchiani, così come con l’Assessore alle Attività Produttive Sergio Bolzonello e l’Assessore alla Cultura, Sport e Solidarietà Gianni Torrenti».  
Com’è la situazione degli impianti?
«Molto positiva e non è un caso che in una regione che ha un milione e centomila abitanti abbiamo quattro atleti nello sci alpino, Pittin nella combinata, altri nel fondo, la Vitozzi medagliata nel biathlon e in passato abbiamo avuto Giorgio e Manuela Di Centa e Gabriella Paruzzi. In tutte le discipline siamo riusciti a inserire in nazionale degli atleti di livello mondiale e questo ci soddisfa molto perché oltre a certificare l’ottimo lavoro dei nostri tecnici, dimostra l’ottima situazione dei nostri impianti. Abbiamo Forni Avoltri che è bellissimo. Per non parlare del salto, dove godiamo di una situazione unica in Italia. Oltre ad avere due bellissimi impianti per i giovani, in un raggio di venti chilometri abbiamo l’occasione di andare sui trampolini dove si svolgono gare mondiali come quelli di Planica e Villaco, il massimo che esiste al mondo. Rendetevi conto quindi della facilità che abbiamo nell’allenarci ad alto livello»
Nel corso dello scorso inverno in molti hanno sofferto a causa dell’assenza di neve; a voi com’è andata?
«Siamo riusciti a salvarci grazie all’ottimo lavoro di Promotur, oggi Promoturismo, che è il braccio operativo della regione. Sono stati attentissimi e hanno un’attrezzatura di altissimo livello. Non appena la temperatura è scesa sotto zero, i cannoni hanno sparato la neve e così si è sciato senza problemi da Natale fino ad aprile su piste fortemente tecniche che tutti ci invidiano, che sembravano quasi campi da golf per la perfezione della neve».  
Pensa che nel nostro paese bisognerebbe fare qualcosa in più per spingere i giovani a praticare gli sport invernali, aiutandoli a conciliare scuola e sci?
«Dobbiamo partire da un concetto: per una nazione lo sport non è mai una spesa ma un investimento. Bisogna pensare che l’attività sportiva è un investimento sul futuro perché cresce dei ragazzi con un futuro più impegnato e responsabile. Se oggi lasciamo i giovani troppo liberi, senza l’impegno nello sport, possono avere dei problemi successivamente. Dobbiamo metterci in testa che lo sport a qualsiasi livello è un investimento, se pensiamo che è meglio risparmiare oggi, spenderemo di più domani attraverso la sanità e altri problemi che conosciamo come delinquenza e droghe. In Friuli Venezia Giulia abbiamo risolto almeno il problema sport e scuola con la creazione del Liceo Sportivo Bachman, che ha oggi un’ottantina di studenti i quali praticano sport invernali a livello agonistico. Mi piacerebbe che le persone venissero a Tarvisio per vedere com’è gestita questa scuola».  
Secondo lei come andrebbe risolto il problema dei tesseramenti che sono in calo?
«Dovremmo semplificare le cose a coloro che vogliono tesserarsi, perché non è possibile che un tesserato che vuole sostenerci debba spostarsi molte decine di chilometri per andare dal medico sportivo a fare un certificato. In questa maniera le tessere vengono acquisite solo da coloro che fanno agonismo, quando noi invece abbiamo tanti altri cittadini che vorrebbero farsi la tessera FISI per sostenerci. L’albergatore che vuole sostenerci non va a farsi 70 chilometri per svolgere una visita medica a Udine. Dobbiamo rivedere questa cosa, magari facendo una tessera per gli agonisti e un’altra per i sostenitori. Vi lancio una provocazione: secondo voi in quanti donerebbero l’8×1000 se dovessero fare 70 chilometri per farlo?».  
Quindi il problema è soltanto questo?
«Si, io sono stato addirittura uno dei sostenitori più agguerriti riguardo l’aumento del prezzo della tessera. La famiglia di un bambino di sette o otto anni che va a sciare spende nel corso di una stagione tra trasferte, allenatore e quota al club circa 2-3 mila euro. Che peso avrebbe in più una tessera da 35 euro? Non dimentichiamo poi che questa ti offre una copertura assicurativa e se vai da una compagnia privata spendi cinque volte tanto. Con la tessera si ha una copertura sulla responsabilità civile e gli infortuni, una copertura assicurativa con una grande compagnia. In passato forse non è stata pubblicizzata bene, ma da alcuni anni stiamo migliorando anche in questo senso, perché stiamo facendo dei passi da gigante. Si è iniziato con Morzenti e ora Roda sta proseguendo sulla stessa lunghezza d’onda».  
In un periodo difficile dal punto di vista economico come quello che stiamo vivendo, qual è la sua ricetta per salvaguardare gli sport invernali?
«Come le dicevo prima, bisogna capire che la pratica dello sci è un investimento per l’attività giovanile e anche per la montagna, che va sostenuta. Lo sport nel suo insieme resta un grande investimento, se cominciamo a pensarla diversamente abbiamo un calo economico nello sport e un calo demografico nelle nostre montagne, con il rischio di dover poi correre per sanare i danni che può fare la natura quando non è gestita, curata e presidiata dall’uomo. Bisogna comprendere che la montagna è importante, va sostenuta e lo si può fare anche con gli sport invernali. Inoltre non dimentichiamoci una cosa: qualsiasi problema si può superare se c’è l’entusiasmo e lo si affronta con la giusta tranquillità. Però bisogna crederci e avere entusiasmo, che sono due prodotti i quali non costano nulla ma portano molto. Dobbiamo credere in questa Italia, ma sempre con il giusto entusiasmo».

Share:

Ti potrebbe interessare

Image
Image
Image