La nazionale femminile di fondo è attesa da una stagione importante, nella quale ci si aspetta una crescita complessiva della squadra e un numero maggiore di piazzamenti nelle posizioni di vertice. Da due anni l’Allenatore Responsabile Giuseppe Chenetti e l’allenatore della squadra femminile Pierluigi Costantin stanno lavorando duramente per riportare l’Italia nelle prime posizioni del fondo femminile. Quest’ultimo ci ha spiegato, in questa intervista che ci ha gentilmente concesso, a che punto è la preparazione e quali sono le aspettative in vista della prossima stagione.
Buongiorno Costantin, quando due anni fa è arrivato insieme a Chenetti alla guida della nazionale, quale situazione ha trovato?
«Nel nostro primo anno ho solo affiancato Chenetti che ha fatto ripartire la “macchina”, poi dalla scorsa estate ho proseguito il suo lavoro. Purtroppo da anni ci mancano delle atlete di punta, quelle che raggiungendo degli ottimi risultati si prendono la scena e permettono alle altre di crescere e fare esperienza prima di ottenere risultati di rilievo. Secondo me comunque siamo di fronte a un buon gruppo, al quale va solo concesso il tempo di crescere, nell’augurio che i risultati arrivino al più presto».
Come mai l’Italia si è trovata con un vuoto generazionale? Pensa ci siano colpe da attribuire alle precedenti gestioni?
«Non credo che negli anni passati ci siano stati degli errori, ma c’è solo stato un cambio generazionale, una cosa che c’è sempre stata. In passato però ogni volta che le grandi hanno lasciato, c’erano sempre altre atlete pronte a raccogliere la loro eredità. Ricordo che ai tempi di Di Centa e Belmondo, qualcuno diceva che una volta ritirate loro l’Italia non avrebbe ottenuto risultati di rilievo, invece è arrivata la Paruzzi. Lo stesso si disse quando doveva ritirarsi Gabriella e in quell’occasione invece ci ritrovammo addirittura tre atlete come Follis, Longa e Genuin. Purtroppo però queste ultime si sono ritirate tutte nello stesso anno e questo ci ha provocato un grosso buco, che speriamo di colmare un po’ alla volta perché abbiamo atlete che possono fare molto bene sia in sprint sia in distance. Non è facile, perché oggi ci ritroviamo sempre sette o otto norvegesi nei primi 15 posti. Fare risultati quindi è sempre molto difficile, ma noi ci auguriamo di raggiungerli in futuro».
Ritiene che questo gruppo sia troppo criticato dai media?
«Bisognerebbe aspettarle e lasciarle tranquille, ma voi giornalisti siete lì per quello: mettere un po’ di pepe (ride ndr). La Federazione sta facendo un buon lavoro, stiamo lavorando moltissimo con gli sci club per crescere qualche talento in più. Non dimentichiamoci però una cosa: in Italia è meno semplice avere dei campioni rispetto alla Norvegia, dove c’è un numero di praticanti altissimo. Non a caso proprio dieci giorni fa, quando ero in Norvegia per il Blinkfestivalen, ho parlato con delle persone norvegesi e loro si chiedono come faccia l’Italia ad avere sempre atleti di alto livello in questo sport, nonostante abbia un numero di fondisti tanto esiguo. Loro, a differenza nostra, ne hanno moltissimi e per noi lottare a pari livello con loro non è così semplice».
Nella passata stagione Virginia De Martin Topranin ha ottenuto dei buoni risultati: può essere lei l’atleta di punta della squadra?
«Si, sulle distance può essere considerata l’atleta di punta, perché lo scorso anno ha fatto vedere qualcosa in più rispetto alle altre, migliorando molto rispetto a due anni fa. Sta crescendo e spero che i suoi risultati possano aiutare le altre atlete a capire che possono arrivarci anche loro. Stiamo lavorando in quella direzione e le ragazze si stanno allenando molto duramente. Ci auguriamo che anche le altre ragazze riescano a fare come la De Martin e magari possano tutte ottenere dei risultati anche migliori rispetto a quelli raggiunti lo scorso anno da Virginia. Vogliamo essere presenti spesso nelle prime dieci posizioni, perché anche sulle sprint abbiamo due o tre atlete che possono togliersi molte soddisfazioni. Possiamo fare bene e crescere piano piano».
Come giudica il lavoro svolto dalle ragazze in questa prima parte della preparazione?
«Ottimo, sono molto più determinate e stanno lavorando molto. Abbiamo aumentato i carichi e stiamo lavorando tanto soprattutto sul lato tecnico. All’inizio della preparazione avevo già messo in guardia le ragazze riguardo il fatto che le avrei stressate proprio sul lavoro tecnico, perché devono migliorare su quello. La loro risposta è stata molto positiva, ci stanno mettendo l’anima. Sono soddisfatto del lavoro fatto e speriamo arrivino i risultati che meritano».
Avete cambiato qualcosa nel metodo di lavoro?
«Abbiamo deciso di vederci più spesso. A differenza degli altri anni, quando si lavorava insieme per un raduno di una settimana e poi per otto giorni le ragazze si allenavano da sole a casa, oggi stiamo facendo molti raduni nei periodi di carico e senza andare in albergo, bensì in caserma qui a Moena. L’obiettivo è quello di lavorare sempre insieme nei periodi di carico da maggio a settembre, perché in gruppo ci si allena meglio. Anche se un atleta è determinato e ben organizzato, da solo non può far bene come in gruppo, perché ci si aiuta, se una ragazza è in difficoltà un giorno, l’altra le fa da traino. A casa faranno quindi soltanto un lavoro di scarico».
Insomma, è pronto a scommettere su una presenza più frequente delle azzurre nella top ten?
«Si, posso scommetterci, perché ne sono convinto».
Fondo Femminile, Costantin non ha dubbi: “Scommetto su queste ragazze”
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