Doping di stato. Sono pesantissime le accuse della Wada nei confronti del laboratorio antidoping di Mosca e Sochi, che secondo l’agenzia mondiale antidoping coprì molti sciatori russi risultati positivi nel giochi invernali di Sochi del 2014. Il doping sistematico della Russia andrebbe però oltre le Olimpiadi del 2014, perché riguarderebbe ben 312 casi, che colpirebbero tutto lo sport russo e sarebbe iniziato a Vancouver nel 2010.
Secondo l’accusa delle pratiche illecite veniva costantemente informato in occasioni delle Olimpiadi di Sochi anche il Vice Ministro russo dello sport Yuri Nagornykh. Insomma il Ministro dello Sport non poteva non essere a conoscenza di un fenomeno così grande. La Wada è così pronta a chiedere l’esclusione della Russia da tutte le competizioni internazionali, comprese ovviamente le Olimpiadi di Rio. A questo punto la decisione finale spetta al CIO.
A smascherare tutto questo uno studio canadese condotto dal professor Richard McLaren, che ha presentato i risultati in una conferenza stampa a Toronto. Secondo McLaren il Ministero dello Sport russo supervisionò la manipolazione dei risultati delle analisi svolte sugli atleti.
Una notizia che non sorprende, se si considera che lo scorso 1 luglio, Gian Franco Kasper, presidente della FIS, in un’intervista rilasciata proprio a noi di Fondoitalia, si era detto molto preoccupato per i prossimi risultati dei controlli antidoping delle Olimpiadi di Sochi del 2014. Purtroppo non aveva torto nel preoccuparsi.
Sochi: la Russia coprì il doping dei suoi atleti e si rivela fondata la preoccupazione svelata da Kasper a Fondoitalia
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