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Renzo Bionaz, dallo sci al Trofeo Topolino di calcio: “La Disney si è complimentata con noi”

Tanti anni di esperienza nel mondo dello sci e della politica, tantissimi eventi organizzati con successo e un ruolo importante di Vice Presidente dell’Asiva, l’Associazione Sport Invernali della Valle d’Aosta. Renzo Bionaz è un personaggio importante nel mondo degli sport invernali, sempre attivo, capace di inventare qualcosa di nuovo. Così, dopo una vita passata sulla neve, ha avuto un’idea che si è dimostrata vincente: organizzare un torneo di calcio giovanile in Valle d’Aosta, legandolo alla Disney. Il risultato finale? Bastano i numeri: 256 squadre partecipanti con 4200 giovani calciatori, 1300 partite giocate, 1200 volontari attorno all’evento, 20000 pasti distribuiti, ovviamente gratuitamente, oltre alla grande partecipazione del popolo valdostano. Bionaz può soltanto essere soddisfatto dei risultati raggiunti e non l’ha nascosto nell’intervista che ci ha concesso.           
Buongiorno Bionaz. Il vostro torneo è stato un trionfo, ma siamo curiosi di sapere com’è nata questa idea di portare il calcio giovanile in Valle d’Aosta, visto che lei ha sempre organizzato eventi legati agli sport invernali.
«L’idea è nata cinque anni fa, volevamo proporci alla Disney per organizzare il Trofeo Topolino di sci, ma Trento lo fa ormai da cinquant’anni e non potevamo quindi avere questa possibilità. A quel punto, spinto anche dal mio amico Loris Chabod, abbiamo proposto alla Disney una manifestazione di calcio. Inizialmente erano un po’ reticenti di fronte alla nostra idea, poi ci hanno dato l’ok e nella prima edizione si sono subito iscritte 50 squadre e in cinque edizioni siamo arrivati a 256, cinque volte tanto».  
Non deve essere semplice organizzare un evento del genere.
«L’organizzazione va avanti praticamente tutto l’anno. Siamo un comitato senza fine di lucro e siamo cinque responsabili, ognuno di noi ha un ruolo specifico. La manifestazione ha una durata di tre giorni e abbiamo deciso di dedicarla al giornalista Livio Forma. Nell’ultima edizione abbiamo aperto solo a squadre italiane, perché volevamo comprendere i costi effettivi di questa manifestazione, ma due anni fa avevamo formazioni da dieci stati diversi. In futuro potremmo tornare a essere internazionali».  
Un torneo che cresce velocemente.
«Si, grazie anche ai contributi regionali e alla partecipazione dell’Assessorato Turismo, Sport e Cultura. Hanno partecipato 27 comuni della Valle d’Aosta e c’è stato anche un grande successo mediatico, come dimostrano la presenza di testate importanti. Il torneo è andato in onda anche su Sky».  
Come mai ha scelto proprio il calcio?
«È stata una cosa casuale, perché io mi sono sempre occupato di sci e del calcio sapevo poco, giusto che la palla era rotonda. Ero Presidente della comunità montana e fui invitato dal mio amico Chabod a una premiazione calcistica, nella quale compresi l’importanza mediatica di questo sport. Così ho pensato: “Se non di danno il Trofeo Topolino dello sci, facciamolo con il calcio”».  
Curioso che questo torneo abbia avuto tanto successo in Valle d’Aosta, regione dove il calcio non è lo sport principale.
«Attenzione però, perché abbiamo delle strutture bellissime, che ci hanno aiutato parecchio. Non è un caso che buona parte delle squadre di Serie A scelgano le nostre strutture per i loro ritiri estivi. Dobbiamo ringraziare anche la politica, perché chi ci doveva credere l’ha fatto e il risultato è stato centrato. La cosa che più mi ha colpito è il fatto che in nome di questo torneo si sia cancellata ogni divisione politica».  
La Disney cosa vi ha comunicato, una volta visti i risultati raggiunti?
«Già dopo la prima edizione si erano complimentati con noi per l’organizzazione. La cosa non deve però sorprendere, perché tutti noi abbiamo una grande esperienza organizzativa, tanto che io ho organizzato in passato dei grandi eventi come il “Parallelo di Natale”, gare di “Coppa del Mondo” di sci e i Mondiali Militari, mentre un mio collega ha organizzato la coppa di mountain bike. Queste nostre esperienze passate ci hanno portato quasi alla perfezione, tanto che la Disney ci ha dato voto nove. Impossibile darci meno, se pensate che diamo da mangiare a 2600 persone all’ora».  
Com’è la partecipazione della popolazione?
«Impressionante, se pensate che abbiamo 1200 volontari. Addirittura c’è un’università che sta facendo uno studio sul nostro torneo, perché vogliono capire come mai ci sia tutto questo volontariato. Non ci crederete, ma siamo stati costretti ad alzare a sedici anni l’età minima dei volontari, perché altrimenti erano troppi. È una vera festa, soprattutto a Gressan, dove nell’area verde ci sono dieci campi per bambini di 6-7 anni e il fantastico Villaggio Topolino, che fa da contorno all’evento, con uno spettacolo Disney. Partecipano almeno diecimila persone al giorno».  
La provochiamo: Renzo Bionaz ha appeso gli sci al chiodo e ha scelto il calcio?
«No (ride ndr), la mia passione resta lo sci»
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Cosa cambia nell’organizzare questo torneo rispetto a un evento sciistico? «Sono due organizzazioni completamente diverse, perché una volta sistemate alcune cose nello sci diventa tutto scontato: hai da sistemare la sicurezza, la pista, il cronometraggio e poco altro. Devi giusto preoccuparti del meteo, ma quello anche nel calcio, dove però è molto più difficile organizzare ben 1200 partite».  
In passato, come ci diceva prima, ha organizzato tanti eventi legati agli sport invernali. Quale ricorda con maggior piacere?
«Senza dubbio la più grande soddisfazione furono i Mondiali Militari, perché era un’organizzazione difficilissima, nella quale non potevamo permetterci alcun errore e i risultati furono straordinari. Parteciparono ben sessanta nazioni, con le problematiche che possono sempre crearsi a livello politico tra questi stati. Era il 2010 e fu quasi un’Olimpiade, con cento pullman al giorno per gli spostamenti degli atleti e la partecipazione di tutti i corpi militari. Fu veramente un bellissimo evento, la Valle d’Aosta ebbe un grande ritorno di immagine».   

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