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Sci di fondo

Dopo Thoeni, Cristian Zorzi è il più medagliato atleta delle Fiamme Gialle. Ma gli negano di fare l’allenatore

Tre medaglie olimpiche (oro nella staffetta di Torino 2006 con Valbusa, Di Centa e Piller Cottrer, argento a Salt Lake City 2002 con Di Centa, Maj e Piller Cottrer, bronzo nello sprint individuale sempre a Salt Lake City), 2 medaglie ai Mondiali (argento nel team sprint con Renato Pasini a Sapporo 2007 e bronzo nello sprint a Lahti 2001), 11 vittorie in Coppa del Mondo, 14 medaglie (3 oro, 7 argento, 4 bronzo) ai Campionati italiani assoluti. Quanto ad onorificenze guadagnate con i titoli sportivi, Cavaliere Ufficiale al merito della Repubblica nel 2002 e Commendatore nel 2006. Questo, in estrema sintesi, il vice brigadiere Cristian Zorzi (nella foto l’arrivo della staffetta di Torino 2006) che, dopo Gustav Thoeni, è il più medagliato delle Fiamme Gialle ma che dal gruppo sportivo della Guardia di Finanza non trova adeguato riconoscimento perché la sua carriera da atleta abbia continuità con quella da tecnico.
Avrebbe tutte le carte in regola, in quanto allenatore di 3° livello. Competenza, esperienza e capacità maturate nelle gare iniziate nel dicembre 1991 nella 10 km a tecnica classica di Dobbiaco dove finì al 118° posto, per fare poi il salto di qualità quando venne calendarizzata la nuova specialità dello sprint, e conclusa questa stagione con la FIS Marathon Cup, il circuito delle granfondo.
Chi lo conosce bene (Chenetti, che a Moena è anche suo vicino di casa) assicura che potrebbe essere un buon allenatore, tanto che fu il primo a cercarlo perché gli desse una mano in nazionale. Ma potrebbe farlo anche a Predazzo, nell’ambito del gruppo sportivo, dove i tecnici del fondo, a differenza di altre discipline, non abbondano di certo. Ogni volta, però, gli è stato negato.
Vi si è opposto, in particolare, il comandante col. Vincenzo Parrinello (foto) che, con Zorzi non ha mai avuto unparrinellofisi occhio di riguardo. Gli sta sulle scatole, evidentemente, anche perché lo stesso campione, in più di un’occasione, se l’è andata a cercare con un’esuberanza e atteggiamenti da macchietta un po’ al di fuori delle righe che, uniti all’assonanza del suo cognome, gli hanno meritato il soprannome di “Zorro”. Dalla Z che si fece scolpire sul capo.
Fu appunto da Parrinello che si prese quel “cazziatone” che l’allora presidente della Fisi, Gaetano Coppi, sollecitò, tra altre rimostranze, per dare un taglio alle tinte e alla scolpitura dei capelli che, effettivamente, erano piuttosto stravaganti. Almeno per un atleta in divisa, anche se campione. Nel calcio di adesso sono diventate di moda, ma se lui l’avesse fatto allora sarebbe finito a Gaeta. Il carcere militare, comunque, sarebbe pur sempre meglio della decapitazione.
Ma poi arrivò l’oro del team sprint in Giappone e, in pompa magna e obtorto collo, Zorro venne premiato in occasione della festa delle Fiamme Gialle a Milano, con il suo comandante che sembrava fargli le fusa per l’occasione. Breve parentesi, purtroppo, in una carriera avviata all’inevitabile declino. Quando si passano gli “anta” di cartucce da sparare ce ne sono poche, specialmente se mancano le motivazioni e la convinzione di essere ancora apprezzato e non semplicemente tollerato.
ponza divisaAdesso questa nuova beffa proprio nel momento in cui, dopo diciotto anni di onorata carriera, come riporta un comunicato dell’ufficio stampa delle Fiamme Gialle, “Michela Ponza (foto) appende la carabina al chiodo .Con il bilancio di 7 podi in Coppa del Mondo (4 secondi e 3 terzi posti), 1 bronzo Mondiale, 1 terzo posto nella classifica finale di Coppa del Mondo nella mass start, 1 argento e 2 bronzi ai mondiali junior ed oltre 30 medaglie ai Campionati Italiani. Sono solo alcuni dei numeri della straordinaria carriera di Michela, conclusa nel miglior modo possibile, con la medaglia d’oro nella sprint agli Assoluti di Forni Avoltri.
In squadra nazionale dal 1994, la Ponza ha dimostrato, fin dalle categorie giovanili, delle doti non comuni al poligono. Qualità che l’hanno resa famosa in tutto il mondo per le altissime percentuali di bersagli colpiti. Michela ha sempre lavorato con impegno e costanza anche nella preparazione fisica e solo qualche acciacco le ha impedito, soprattutto negli ultimi anni, di ottenere ancora di più. La gardenese è ora avviata verso una carriera da tecnico nelle Fiamme Gialle, dove potrà mettere a disposizione dei più giovani tutte le sue conoscenze e tutti quei piccoli segreti che permettono ad un’atleta “normale” di diventare un Campione. Grazie Michela per tutto ciò che hai fatto ed in bocca al lupo per la tua nuova carriera da tecnico!”
Una gran brava ragazza, dunque. Si è meritata questa carriera che, invece, viene negata a Cristian Zorzi. Ci piacerebbe sapere il perché, visto che i capelli non li tinge più e la vituperata guasconeria è un ricordo ormai assopito. Con il tempo e con la paglia anche le nespole maturano, mentre il buon senso, come dicono dalle mie parti, continua a fermarsi alle porte delle caserme.

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