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Contingente olimpico Fisi e accordo con Infront: da Roda si aspettano chiarimenti

Parliamo ancora di sci alpino. L’abbiamo fatto, incidentalmente, sabato scorso soltanto per dimostrare che a chi scia tra i paletti nessun vantaggio è derivato dalla politica Fisi che ha negletto (termine arcaico per non dire maltrattato) lo sci nordico. La notizia che la rappresentanza di slalomisti e discesisti a Sochi sarà piuttosto povera grazie a decisioni sgangherate della dirigenza, ha acceso un certo interesse che si è tradotto anche in numerose telefonate. Perciò torniamo brevemente sull’argomento.
Giovedì 16 gennaio, il sito ufficiale delle Olimpiadi, per quanto riguarda lo sci alpino assegna queste quote:
– Italia 14
– Austria 21
– Francia 15
– Germania 12
– Giappone 8
– Argentina 6
– Norvegia 12
– Svizzera 16
– USA 18
Chi conosce il differente “peso” di queste nazioni nelle discipline alpine si rende conto della débâcle italiana. E solo per carità di patria non riportiamo le quote di tutte le specialità.
La partecipazione alle Olimpiadi è la ragion d’essere della Fisi (e del Coni), limitare questa partecipazione è un’autocastrazione inspiegabile. Qualcuno si è avventurato nell’ipotesi che, in tempi di crisi, bisogna fare sacrifici, e quindi tagliare anche i costi per le Olimpiadi. Ma, bilancio alla mano, non è difficile trovare ben altre spese da comprimere o da eliminare. Ci siamo già scordati, tanto per rinfrescare la memoria sui metodi gestionali, che Roda non appena insediato si è attribuito – al contrario dei suoi predecessori – un non parco compenso? E il direttore generale per mancanza di prove Negretti “lavora” (absit iniuria verbo per i lavoratori) gratis et amore dei?
Le Olimpiadi sono il sogno di ogni sportivo. Sorvoliamo pure sull’aspetto per così dire romantico, restiamo al concreto: l’appuntamento olimpico è la consacrazione di una carriera sportiva, con tutto ciò che ne conseguesochi foto anche a livello economico; ma è anche l’occasione per confrontare tecniche, materiali, scuole di pensiero. Per accumulare esperienza e motivazioni.
Non a caso il barone De Coubertin diceva che l’importante non è vincere, ma partecipare. Certo, oggi che lo sport è spesso ridotto ad una branca dello spettacolo, lo slogan del fondatore dei Giochi moderni può sembrare superato. Ma per quanto possa apparire strano, c’è ancora chi nello sport ci crede, e lo pratica con il cuore, non con il conto corrente. Non parliamo soltanto di atleti, ma pensiamo anche a quelle migliaia di dirigenti e tecnici periferici che investono tempo, e anche denaro proprio, per far crescere i ragazzi con sani principi sportivi.
Per quanto riguarda gli sport invernali, pensiamo a coloro che organizzano, senza compenso, escursioni sulla neve trascinandosi a volte adulti pigri e lamentosi, li stimolano e li incitano fino a farli diventare appassionati della neve e della pratica sportiva; oppure a chi organizza le gite della domenica, strappando la gente alla routine dei centri commerciali facendo riscoprire la bellezza dei rapporti umani con la complicità del freddo e della fatica. Tutte queste persone agiscono per pura passione e altruismo, e sono rappresentate dai nostri atleti alle Olimpiadi. E allora perché ridurre la rappresentanza azzurra?
Di questo si vorrebbe parlare nella Consulta dei presidenti in programma, con il Consiglio federale, a Cortina,
 località che si è candidata ad ospitare i Mondiali. Ma sembra che i dirigenti regionali resteranno delusi: questo argomento è tabù. Non si vuole rivelare chi è responsabile di tanta negligenza e per occultare la terribile cantonata (non osiamo pensare che sia stata una scelta consapevole, sarebbe troppo! Così come sarebbe raccapricciante se chi è stato eletto e pagato cercasse di scaricare le colpe sul personale), Roda indorerà la pillola parlando delle “magnifiche sorti e progressive” della Fisi dopo l’accordo con Infront per i diritti televisivi e le sponsorizzazioni (nella foto sopra il momento della firma).

Questo contratto è custodito come se fosse il quarto segreto di Fatima: lo conoscono Roda & Negretti, nessun altro. Questa prestigiosa società dovrebbe portare palate di quattrini. Speriamo. Anche se le premesse beganlasciano qualche dubbio: Infront, il cui CEO (Chief executive officer, una sorta di amministratore delegato) è il nipote di Sepp Blatter, il discusso presidente-dittatore della Fifa, ha da poco rinnovato il contratto con la Lega calcio per i diritti televisivi, imponendo un sensibile ribasso; l’Acn (la società che ha organizzato a Napoli le selezioni per la Coppa America di vela) ha citato in giudizio l’influente perché di tutti i quattrini promessi non si è visto poi molto.
Aggiungiamo una curiosità riportata da diversi organi di stampa: la Infront è stata indicata come la società che avrebbe ingaggiato come consulente per 370 mila euro l’anno Sabina Beganovic, in arte Sabina Began o ape regina, nota per i rapporti con Berlusconi, sulla quale pende un processo per reati connessi con lo sfruttamento e il favoreggiamento della prostituzione. Notizia poi smentita con una nota nella quale Infront dice che “La Signora non è stata, né è attualmente dipendente di alcuna società del Gruppo Infront e non ha mai avuto, né ha rapporti di collaborazione diretta o indiretta con Infront e le sue associate”. Notizia inventata, dunque? Meglio sia finita così dopo il tanto parlare che se n’è fatto….
Ma torniamo all’accordo che era stato annunciato in pompa magna a Skipass e a quelli che potrebbero essere gli effetti. I presidenti regionali vorrebbero trovare il modo di valorizzare e incrementare le sponsorizzazioni locali roda-pagnozzicon l’aiuto della Federazione. Ma sarà difficile, poiché tutto dovrà passare attraverso la mediazione di Infront, che probabilmente si prenderà un compenso anche sul rinnovo dei contratti degli sponsor storici della Fisi, riducendo così le già magre spettanze dei Comitati.
Se il presidente, invece di sgambettare da un palco all’altro per farsi fotografare accanto ad eminenti trombandi (nella foto lo storico sostegno manifestato a Raffaele Pagnozzi poi battuto da Malagò alla presidenza del Coni), si fosse impegnato di più nella diffusione dell’immagine Fisi, forse qualche sponsor sarebbe arrivato senza bisogno di società di mediazione. Auguriamoci comunque che Infront contribuisca sostanziosamente ad incrementare il bilancio federale, e non a lucrare sull’esistente e a girare le briciole. Se di elemosina si deve trattare, meglio girare con il cappello in mano.

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