Santi, poeti e navigatori (eroi, artisti, colonizzatori e trasmigratori sono attributi che sono stati immediatamente accantonati): così diceva Mussolini fossero gli italiani. E questa definizione resiste al tempo, salvo essere smentita dalla cronaca per quanto riguarda la santità. D’altronde basta guardarsi attorno per constatare che i sette vizi capitali hanno surclassato di gran lunga le quattro virtù cardinali, mentre le tre virtù teologali sembrano ormai un labile ricordo. Quanto alla navigazione, basta una parola: Schettino! In compenso si naviga a dismisura sul web, tra pornositi e “stati” di facebook: quanto a grossolanità la differenza spesso è impalpabile.
Resta la poesia, e qui ci distinguiamo. Magari Dante, Foscolo, Carducci e Quasimodo ci annoiano, o nemmeno sappiamo chi sono. Però è innegabile: noi italiani abbiamo l’animo poetico. E metafisico. E un po’ servile, nel senso che se un sedicente potente racconta balle, noi mica andiamo a sbugiardarlo. Gli crediamo a prescindere, poiché controllare è noioso, richiede impegno. E allora ci fidiamo anche contro l’evidenza. Gli esempi in politica son infiniti. Ma in questa sede non ci interessano.
Preferiamo guardare in casa nostra. E così scopriamo che i conti della Fisi se non sono fantastici poco ci manca. Difatti consiglieri federali e revisori dei conti hanno approvato la relazione semestrale sul bilancio che deve essere inviata al Coni entro il 30 settembre. Tutti concordi nel dire che il consuntivo di metà anno è coerente con le previsioni. E noi ci crediamo. Finché non leggiamo la sintetica relazione accompagnatoria del presidente Roda, e verosimilmente scritta dal commercialista Negretti (insieme nella foto) facente funzione di segretario generale con il titolo di direttore generale (si vede che “segretario” lo considera una deminutio capitis, o piuttosto una violazione di legge?).
Roda ammette che la diminuzione del costo della tessera (nella foto quella per la stagione 2013-2014) ha provocato una perdita nel “valore della produzione” dell’8 per cento rispetto al 2012. Ma subito ci rassisicura: nessuna sorpresa era già previsto nel bilancio preventivo. Ah si? E allora dovrebbe dimettersi. Perché se andiamo a spulciare le voci, altro che perdita dell’otto per cento. Lo scorso anno le tessere hanno fruttato alla Fisi due milioni 397mila e 298 euro. Quest’anno un milione 343mila e 204 euro. Ci spiace molto ma la differenza è di un milione 54mila e 94 euro. Cioè il 44 per cento in meno. Quindi visto che il costo della tessera è calato di un terzo, vuol dire che l’emorragia di iscritti è continuata.
E se questo era previsto (e Fondoitalianews l’aveva previsto) anche dai vertici della Fisi è stato una follia attuarlo, poiché si è tradotto in un buco di bilancio e in un aumento dei costi per gli sportivi che hanno voluto cautelarsi con una polizza di responsabilità civile. Una federazione ha un potere contrattuale nemmeno confrontabile con quello di un singolo sci club verso le assicurazioni, ma pur di non rinunciare ad una scelta populista si è preferito affondare il bilancio. Così questi soldi in meno vengono sottratti all’attività sportiva, anche se Roda – che intende diabolicamente continuare sulla strada della demagogia – sostiene il contrario.
Scrive difatti che i conti confermano “la forte volontà al controllo del contenimento dei costi e alla razionalizzazione dell’impiego delle risorse, al fine di impiegare sempre più risorse finanziarie al fine del raggiungimento del proprio scopo istituzionale. Si sono registrati incrementi esclusivamente nella voce costi del personale ed organi e commissioni federali”. Bene, il “core business” della Fisi è l’attività sportiva, e Roda afferma di aver stanziato più fondi rispetto all’anno precedente per l’attività agonistica, spiegando così l’aumento delle spese (comunque “previsto dal preventivo”, e ci mancherebbe altro!).
Verifichiamo? Ma sì, per una volta rinunciamo ad essere poeti e godiamoci i numeri:
– per la preparazione olimpica/alto livello: – 131.075 euro, che corrispondono a una riduzione del 2%
– per le rappresentanze Nazionali 64.500 euro in più, corrispondenti a +13%.
Allora il presidente non ha mentito. Guardiamo un po’ meglio. Sommiamo le due voci e abbiamo una differenza di 66.565 euro in meno rispetto al 2012. D’accordo, è soltanto l’un per cento in meno, ma Roda scrive e sottoscrive a proposito dell’aumento delle uscite: “Tale incremento è da attribuire essenzialmente all’aumento delle risorse messe a disposizione delle attività agonistiche”.
Qualcuno o è un bugiardo matricolato o ha le idee molto confuse. Ma forse si riferiva ad altre attività sportive e si è sbagliato scrivendo agonistiche? Vediamo le varie voci, molto sinteticamente:
– Organizzazione manifestazioni sportive internazionali – 59%
– Organizzazione manifestazioni sportive nazionali -100%
– Partecipazioni ad organismi internazionali – 80%
– Formazione ricerca e documentazione -17%
– Promozione sportiva – 26%
– Contributi per l’attività sportiva -100%
Sul consultivo semestrale, firmato da Roda, leggiamo che il totale dei costi (rectius. Investimenti, trattandosi di federazione sportiva) per l’attività sportiva centrale ha subito una contrazione del 5 per cento. Ma non aveva destinato più risorse? Dove cavolo sono finite?
Un indizio lo offre il confronto fra due voci: l’attività sportiva centrale rappresentava nel 2012 (epoca commissariamento di Poltronissimo, non di un genio della finanza) 72,69% sul “Costo della produzione” nel 2013 (per entrambi gli anni parliamo del primo semestre) è scesa al 70,75%. Allora andiamo a cercare i segni +. Eccoli:
– Costi per il personale e collaborazioni +38%
– Organi e Commissioni federali +57%
– Costi per la comunicazione +1542% (non è un refuso, anche sono meno di 10 mila euro)
E’ vero che sono diminuiti i costi generali dell’11% (pari a 40.629 euro) ma se guardiamo alla somma delle voci leggiamo che il funzionamento e i costi generali attività centrale hanno avuto un incremento di 409.040 euro, cioè sono aumentati del 26%.
Questo significa che per stipendiare Roda, Negretti, le trasferte dei consiglieri federali in località amene e gli aumenti di stipendio per tacitare i dipendenti che stanchi delle angherie si erano rivolti ai sindacati, si sono tagliati i fondi per la preparazione alle Olimpiadi. C’è forse un’altra spiegazione?
Dopo quest’orgia di numeri non vogliamo infierire analizzando le “performaces” dei Comitati regionali (disastrose) né parlare di sponsorizzazioni, di tecnici fuggiti all’estero e/o pagati in ritardo.
Le cifre non mentono, ma ci vorrebbe qualcuno che le sa leggere bene per capire come stanno veramente le cose in federazione. Non sarebbe inopportuno che Morzenti (foto sotto) – defenestrato per far piacere a politici poi trombati (compresa l’intera cricca Petrucci) con una sentenza che suscita ilarità anche tra gli animali di bassa corte – si decidesse ad uscire dal suo ostinato riserbo e rispondere finalmente alle domande dei cronisti. Visto che lui, attirandosi numerose antipatie, i conti aveva saputo aggiustarli davvero e aveva creato le condizioni ottimali per la ripresa della Fisi.
P.S: le delibere, gli schemi e relazioni di bilancio sono redatti e controfirmati da Enrico Negretti. Ciò solleva un dubbio: la Fisi vive di contributi pubblici, dovrebbe quindi osservare delle regole peculiari del diritto pubblico ( in primis, rendere pubblici sul sito tutti i dati!!!).
Per esempio negli enti pubblici si entra per concorso, oppure per chiamata diretta per i dirigenti appartenenti ad altra amministrazione pubblica o iscritti a particolari albi (come quello dei segretari comunali). Era tradizione Fisi chiamare come segretario generale un dirigente formatosi al Coni. Il dott. Negretti è iscritto all’albo dei commercialisti: non è che prima o poi le delibere da lui redatte saranno dichiarate nulle?
E’ legittima l’assenza di un segretario generale (proveniente dai ranghi sportivi) sostituito da un “direttore” che per mestiere si occupa di partita doppia e fiscalità? Ma si sa qualcosa di questa modifica del ROF?
Visto che al Coni è cambiato il presidente ma le cose vanno come prima o peggio, tra qualche anno scopriremo che il passato della gestione Coppi non ha insegnato niente e che ci troveremo un buco. Forse, se non interviene il Coni , sarà bene chiedere al Presidente Letta di fare qualcosa. E sarebbe il colmo mettere di mezzo la politica…
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