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Giulia Cozzi e sci club Bobbio, un esempio pratico su come rilanciare il fondo

Giulia Cozzi, di Piacenza, tesserata per lo sci club Bobbio, ha solo 12 anni ma una passione sconfinata per il fondo, tanto da recarsi in Norvegia, prima straniera, per partecipare ad un camp estivo per ragazzi di Meraker, organizzato dalla Swix, nello ski college di questa cittadina dalle parti di Trondheim, circondata da ben 26 montagne, terreno ideale per l’allenamento. Cinque o sei ore di corsa lenta  o camminata con i bastoncini, in mezzo ai boschi, come facevano i fondisti di una volta, boscaioli o contadini, quando l’abituale preparazione per lo sport era la loro stessa vita quotidiana.

 E come fa ancora Petter Northug, il più forte fondista attuale, che in questa scuola è cresciuto e non manca di incontrare i partecipanti ai camp. Poche battute, qualche pacca sule spalle, che bastano per gasare la truppa. Si parla solo inglese in cinque giorni di fatica con tre allenamenti quotidiani su sentieri accidentati, in alcuni punti predisposti come veri e proprio percorsi di guerra. Inizialmente quasi un dramma per chi, come lei, era un po’ imbranata ma, tranquilla e serena come sempre,  l’ha presa poi con entusiasmo.

Anche nei tratti  di sabbie mobili, con fango che arriva fino alla cintola, dove è facile perdere le scarpe o essereCozzi pinzolo costretti a chiedere aiuto per uscirne. Servono per temprare; un metodo applicato anche da Bjarne Riis con  i suoi ciclisti della TSC di cui era direttore sportivo. O schiatti o, con il fisico, formi anche il carattere. Che del resto, affiancato dalla grinta che esprime in gara,  non è mai mancato alla ragazzina che già l’anno scorso aveva partecipato ad analoga iniziativa, ma altrove. Ne sanno qualcosa le coetanee che, come rendimento ma anche tecnicamente, finiscono indietro, ma pure i maschietti con i quali si batte ad armi pari.

Un talento naturale che papà Michele, commerciante di carni per professione e maestro di sci di fondo diplomato ma non esercitante, ha indirizzato verso gli sport ritenuti più congeniali. E cioè skiroll e fondo (categoria Cuccioli), che l’hanno già vista protagonista. A Bobbio e a Pinzolo nello sprint e in salita a inizio stagione, domenica scorsa a Zogno (BG) in quella “promozionale”  di 3 km , nella quale ha vinto con un distacco di oltre 2 minuti sulla seconda classificata, la fondista della Valle Seriana  Rebecca Zani, in ottima luce durante la scorsa stagione invernale. E’ stata l’unica a tenere il passo dei colleghi maschi fino a poche centinaia di metri dal traguardo, scatenando l’entusiasmo ed i complimenti di spettatori e speaker.  

Un bell’acquisto per lo sci club che, parallelamente alla pista di Ceci, è in continua crescita con il suo centinaio bobbio Mattia Pasquali sul podio premiato dal padredi soci. Ci  pensano l’allenatore Geo Pasquali (nella foto ai piedi del podio) capo forestale di Bobbio, Italo Morandi con i “bocia”, il maestro di sci Antonio Buttafava, Giuliana Scaglioni con i disabili, i dott. Andrea Garilli e Andrea Rocca con lo skiroll  ma più ancora il presidente Marco Labirio (nella foto con Paredi), che lo sovvenziona e  sognalabirio con paredi quel convegno del fondo che da Gattai in poi non ha più avuto seguito. E sono passati più di 30 anni, 4 presidenti e 2 gestioni commissariali.

Labirio, imprenditore avveduto, è l’anima di questo movimento. In una zona inflazionata dal calcio, è stato capace di attirare l’attenzione del mondo della scuola sul fondo e lo skiroll attraverso le presidi Adele Mazzari e Marica Draghi e la prof. Renata Draghi. I risultati si vedono: con Giulia Cozzi  (classe 2001), che è di Piacenza, ci sono altri  7 giovanni tesserati: Mattia Pasquali (1999), Alessandro Balletti (2000), Alessandro Chiapparoli  e Scabini Federico (2002), Simone Pagani, Sabrina Repetti e Demian Scaglia (2003).  

 L’ultima sua bella idea è stata quella di far ricorso al prof. Diego Maranetto, uno che con  i giovani ha le mani in pasta da sempre. Allenatore, con Pippo Gazzotti, della nazionale juniores più medagliata della storia italiana del fondo senza tanta burocrazia né voli pindarici: due personaggi scomodi per le gerarchie del fondo, sia di comitato (Alpi Centrali) che federali, e proprio per questo silurati (foto sotto). E non solo perché, insegnanti ISEF, costavano di più dei tecnici militari come si è sostenuto a suo tempo.

 La loro filosofia di preparazione era impostata  sul principio basilare che il talento naturale va salvaguardato rallentandone e non accelerandone anzitempo la crescita, non vivendo lo sport come imposizione, con meno pressione ma con i giusti stimoli da aggiungere alla passione. Bandita la specializzazione precoce per il semplice fatto che si corre il rischio che l’abbandono siagazzotti maranetto altrettanto prematuro, divertirsi nello sport come se fosse un gioco ma affrontarlo dal punto di vista tecnico curando la discesa che è il punto debole delle donne, o ricreando a secco, per imparare poi ad evitarle sulla neve, quelle situazioni di squilibrio che si  ritrovano nello sci. Del resto l’ha fatto anche Chenetti con la squadra di Torino 2006 e si sono visti i risultati.  

Su queste basi, e con Italo Morandi a rendere omogeneo il lavoro sul campo, si cercherà dunque di far crescere Giulia Cozzi, che  quest’anno approda alle scuole superiori, e farà anche atletica per diversificare l’attività. Sull’onda di un principio che ha avuto vladimirun illustre antesignano.  “Riposo non è dolce far niente, ma mutar fatica alla fatica” diceva infatti quel vecchio saggio di Vladimir Pacl, presidente della Commissione FIS del fondo, e “inventore” della Coppa del Mondo (a sinistra).  Vice presidente del Comitato olimpico cecoslovacco, aderì alla “Primavera di Praga” del 1968. Quando fu stroncata nel  sangue dai carri armati russi, per sua fortuna si trovava in Trentino dove trovò rifugio prima a Ronzone e poi a Malè, e  introdusse in  Italia l’orientamento e il fondo turistico. Un personaggio purtroppo dimenticato anche da chi ha beneficato.

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