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Le gemelle Bolzan dallo skiroll al fondo. Fisi Veneto apre una nuova prospettiva

Skiroll e fondo, un matrimonio che non s’ha da fare verrebbe da dire plagiando la storia di Renzo e Lucia dei “Promesssi sposi” del Manzoni. Non perché ci siano di mezzo don Abbondio e i “bravi” dell’Innominato, ma più semplicemente perché, da qualche anno a questa parte, è impossibile trovare una proficua via di intesa fra queste due specialità che hanno in comune la tecnica e i metodi di preparazione e pure gli attrezzi con cui ci si allena e si gareggia, ma rientrano sotto due federazioni.

Da entrambe le parti ci sono manifestazioni reciproche di buona volontà ma che all’effetto pratico non si skiroll martiniconcretizzano mai. E questo avviene dai lontani anni  ’70 quando Fabio Crestani fu il primo, in Italia,  a reinventare sotto nuova veste  quegli “sci a rotelle” che i fondisti già usavano. Attrezzi allora d’importazione  diversamente sagomati, che consentivano di imitare i passi della tecnica classica, che lui sostituì con una struttura portante in lega, inizialmente a snodo, e ruote (da carrozzina le prime) montate su cuscinetti antiritorno, dando presto vita al campionato nazionale. La prima gara ad Asiago., il paese di Roberto Martini, che di questi skiroll fu il primo collaudatore (foto).

Uno sport, quello dello skiroll, che a livello internazionale rientra sotto l’egida della FIS, la federazione internazionale dello sci, ma che in Italia viene sostenuto dalla FIHP, la federazione dell’hockey e pattinaggio a rotelle che si appoggia alla FISI solo per la parte per  così dire “burocratica”. Ottimi rapporti sul piano istituzionale, quando ci sono da passare delle carte, ma da “separati in casa” all’effetto pratico. Per il semplice fatto che la tanto ipotizzata e vantata collaborazione viene a mancare proprio quando si tratta di affrontare e portare avanti skiroll martini 2questioni che potrebbe essere di interesse reciproco. Se n’è fatto interprete il consigliere federale Marco Mapelli: tante promesse, ma all’atto pratico niente sostanza. Si vagola nel vuoto pneumatico.

In questo discorso rientra il campionato del mondo dello skiroll, biennale come quello di sci nordico,  per il semplice fatto che potrebbe vedere, per certe gare, anche la partecipazione di fondisti che dispongono di più “motore” e potenza di spinta. Un apporto “agonistico” inizialmente contestato dal mondo dello skiroll, concretizzato in un paio di occasioni quando il CT era Pierluigi Papa, ma venuto a cadere dopo che l’avvocato bolognese ha lasciato l’incarico nel quale è stato sostituito dal tecnico brianteo Matteo Sironi. Il nuovo ciclo soltanto nello sprint sta trovando, con Emanuele Becchis, un ricambio parziale a Emanuele Sbabo e Alessio Berlanda, mentre in salita Simone Paredi e Sergio Bonaldi non hanno eredi della stessa consistenza.

L’ultimo boom 4 anni fa in Ciociaria: dopo di allora, quanto a partecipazione fondistica, il nulla assoluto. Eppure, tanto nel 2007 che nel 2009, si era potuto far conto su Giorgio Di Centadi centa oroslavje
 che aveva vinto a Oroslavje, in Croazia, la gara in salita (foto), davanti a Di Gregorio e Bonaldi. Due anni dopo si era aggiunto anche Valerio Checchi, battuto da Paredi nella mass start con arrivo in salita a Piglio, con il bicampione olimpico al quinto posto della volata. Lo stesso Pietro Piller Cottrer ha partecipato, con piacere e non solo perché vincente, ad un paio di prove di Coppa del Mondo. Spirito ben diverso da quello che anima i loro successori: e non è un caso che anche il fondo non gusti più il sapore delle vittorie.

E’ evidente che, da una parte e dall’altra, c’è qualcosa che non funziona. Per quanto riguarda la FIHP, il difetto sta nel manico. Nello scarso peso “politico” dello skiroll all’interno della federazione, nell’incapacità di contattare e persuadere i fondisti, di influire su dirigenti e tecnici della FISI i quali, quando proprio non si strafregano dello skiroll, certamente fanno ben poco per agevolare quegli atleti che pure potrebbero essere interessati a questa esperienza mondiale.

 Una maglia ed un titolo di campione del mondo di skiroll non è una “c…..ta” come sosteneva un tecnico del fondo quando gli era stata richiesta la partecipazione di un paio di ragazze, ma una cosa di cui essere orgogliosi come ha sempre sostenuto lo stesso Di Centa. Il quale, tanto per essere più chiari, in Croazia ci era venuto addirittura a spese proprie. Ed era stata la prima volta che allo skiroll aveva dedicato spazio un grande giornale sportivo,Tuttosport.  Mezze pagine a ripetizione. Da allora più niente.

Un peccato, dunque, che in settembre, ai Mondiali di skiroll in Germania, la nazionale italiana  non possa contare sull’innesto di qualche fondista in grado di puntare al podio in quelle gare in cui lo skiroll non conta specialisti all’altezza di una concorrenza che potrebbe risultare determinante se, come è avvenuto 2 anni fa in Norvegia, dovessero arrivare gli scandinavi. Specialmente nella categoria seniores femminile che appare una specie in via di estinzione. Come i panda. C’è rimasta solo Erika Bettineschi.

fondo blink naveEppure, mai come adesso, nel mondo del fondo, almeno a livello di squadre nazionali e di FurturFisi, lo skiroll è
diventato di uso quotidiano nella preparazione. Come a suo tempo già fece Chenetti, anche il DT Riva se ne fondo blink  clara noecklerserve per correggere la tecnica del fondo. Ma c’è di più: la nazionale maggiore, maschile e femminile, dietro invito degli organizzatori, ha partecipato al BlinkFestival di Sandnes, in Norvegia, dove si è gareggiato in salita, in un’americana e nello sprint. I direttori tecnici Riva e Stauder avevano convocato Roland Clara, Dietmar Noeckler, Debora Agreiter, Virginia De Martin Topranin, Marina Piller, Ilaria Debertolis (sopra). Il quartetto femminile ha prolungato la sua permanenza per alcune sedute di skiroll sulla lunga distanza, mentre Clara e Noeckler (foto) hanno fatto ritorno in Italia per aggregarsi al resto della squadra per un nuovo raduno al Passo dello Stelvio. . In salita la prova migliore con il 2° posto di Clara (foto sotto il podio) dietro lo svizzero Perl e il 3° di Agreiter dietro la finlandese Saarinen e la francese  Hugue.  Quinto Noeckler nell’americana.

fondo blik clara podioAnalogo invito è arrivato dalla Svezia al team Rossignol Italia del quale fanno parte il campione olimpico Cristian Zorzi ed Emanuele Becchis (a destra nella foto con il fratello minore Francesco dopo il terzo posto assoluto e primo della categoria juniores nel campionato italiano di team sprint)    che la settimana prossima saranno impegnati in due sprint (200 metri in piano e 600 metri in salita a skating) e in una 50 km a tecnica classica. Ulteriore dimostrazione, semmai ce ne fosse bisogno, che fondo e skiroll possono convivere e integrarsi. Semplice questione di buon senso e di quella volontà “politica” che dovrebbe prendere il posto delle tante chiacchiere che si sono sprecare finora. Come se già non bastasse la politica.

skiroll staffetta assolutiBuon senso che sta a significare che come lo skiroll può avere necessità di fondisti per qualche determinato skiroll LisaAnnaBolzantipo di gare, anche gli skirollisti potrebbero servire al fondo qualora, per le solite questioni di business e di spettacolarità, nella tipologia di gare già in atto venisse inserito qualche nuovo format di più semplice organizzazione come la KO sprint su distanze brevi come nell’atletica. Al Nord ci hanno già provato e ha avuto successo. Ovviamente da una parte e dall’altra servirebbe ulteriore specializzazione con i fondisti costretti a prendere maggior confidenza con gli skiroll e gli specialisti di questo attrezzo a loro volta impegnati a destreggiarsi meglio nella tecnica del fondo. Qualcuno ci sta già provando, come le gemelle Lisa e Anna Bolzan (foto) che Carlo Dal Pozzo, responsabile del settore, ha inserito nella squadra di fondo del Comitato Veneto della FISI. Aibolzan oroslavie recenti campionati italiani di skiroll in piano a Montebelluna Lisa (a destra nella foto), dopo aver dominato la gara con la gemella Anna, in volata ha battuto mezza  nazionale del fondo (in alto nella foto di Flavio Becchis).

Ovviamente una scelta, quella di dal Pozzo, che deriva dai risultati che
 le primedonne dello skiroll hanno conseguito nello sci. Sono di Orsago, paese di pianura lontano dalle piste di fondo, e quindi con tanti problemi, a cominciare dalla distanza, per allenarsi con gli sci. Però ci stanno provando, e proprio in un momento in cui il fondo femminile d’elite è ridotto ai minimi termini.  Se in pista si dovessero dimostrare brave come nello skiroll, il fondo avrà tutto da guadagnarci. E potrà magari pensare di rivolgersi al vivaio di questo nuovo serbatoio, che attualmente troppi tecnici snobbano o addirittura disdegnano, per creare i campioni del fondo del domani.

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