Siglato oggi a Lago di Tesero l’accordo fra la Federazione Italiana Sport Invernali e la Val di Fiemme per il ripristino del “Centro strutture Fisi”, in collaborazione con Svecom, che sarà posizionato a fianco della pista dei Mondiali 2013. Il Centro tornerà operativo e sarà guidato da tre tecnici di provata esperienza quali Luca D’Incau, Enzo Macor e Marco Cattaneo. L’attrezzatura sarà a disposizione delle Nazionali azzurre che potranno così lavorare sulle strutture degli sci e sulla preparazione dei materiali in maniera altamente professionale (nella foto lo staff originario: da sinistra Bordiga, Macor e Girardi).
Intanto, è in via di definizione anche l’accordo con la Provincia di Trento per assegnare a Tesero e a Predazzo il titolo di “Centro federale” per fondo, biathlon, salto e combinata nordica.
“L’accordo sottoscritto oggi è di grande importanza – ha detto il presidente Fisi, Flavio Roda – perché permetterà ai nostri atleti di poter utilizzare tecnologie avanzate nella preparazione dei materiali ed essere, in questo modo, molto competitivi a livello internazionale. Alla vigilia dell’anno olimpico, questa è una buona notizia per tutta la Federazione”.
Soddisfatto anche Piero De Godenz, presidente del Comitato Organizzatore Val di Fiemme. “La chiusura del Centro – ha detto – aveva rappresentato un problema per la nostra organizzazione e siamo molto soddisfatti di poter oggi tornare ad affiancare le Nazionali italiane nel loro lavoro di preparazione. Presto la Val di Fiemme diventerà anche Centro federale per la preparazione e valuteremo poi se ci sarà anche l’opportunità di dedicare una struttura anche allo skiroll”.
Un civile, D’Incau, lo skiman della nazionale che ne è il responsabile, e due militari ad affiancarlo: Macor
(Fiamme Gialle) e il campione delle lunghe distanze Cattaneo (Fiamme Oro). Una buona scelta. “Finalmente Roda ne ha azzecata una anche per il fondo” verrebbe da dire dopo aver letto il comunicato stampa della Fisi riportato sopra. E lo posso affermare con ragion di causa essendo stato l’unico, al di là della stampa locale, a sostenere l’idea di Albarello quando, nel 2002, diede vita al Centro strutture Fisi a Lago di Tesero, e a difenderla a spada tratta ogni volta che è stata messa in discussione senza avere personalmente interessi da tutelare. E con Albarello, allora CT del fondo subentrato a Vanoi, non è che i rapporti fossero idilliaci.
Una localizzazione ideale quella di Lago di Tesero, perché effettuata in Trentino dove i Mondiali di sci nordico hanno messo casa con solide fondamenta; in più con la provincia autonoma che è sensibile a iniziative che possano valorizzare il territorio e dispone di risorse adeguate anche nei tempi di crisi e di persone che le sanno impiegare guardando lontano e seguendo la giusta rotta.
Da quel momento, prima sulla rivista Nuovo Vai con cui collaboravo e poi su questo sito quando mi sono messo in proprio, ho sempre sottolineato le innovazioni che uscivano dal laboratorio ricavato sotto la tribuna dello stadio dove operavano amici di vecchia data come Stefano Girardi (foto sopra), che ne era la mente, Enzo Macor, Faustino Bordiga (foto) e Raffaele Confortola. Era la prima dimostrazione pratica che anche in Italia si poteva rivaleggiare con gli scandinavi non solo in pista ma anche nella preparazione dei materiali. Tanto più sul piano scientifico, facendosi promotori della ricerca e della sperimentazione e non solo affidandosi all’arte di sapersi sempre arrangiare anche nelle situazioni più problematiche.
La scienza applicata al fondo che sostituiva quella “praticaccia” patrimonio di pochi che in certe occasioni riusciva a salvarci la faccia. Il primo grosso salto di qualità dopo quella “Cera F”, sottoprodotto della lavorazione degli idrocarburi che aumentava la scorrevolezza degli sci e della quale la Fisi si rifiutò di acquistare il brevetto del prof. Gambaretto, docente dell’Istituto di chimica industriale del Politecnico di Padova, uno scienziato il cui nome è legato alla chimica del fluoro.
Inventore, fra l’altro, del fluotano, gas anestetico a base di fluoro molto usato in chirurgia, ma che nel mondo del fondo è conosciuto per quella formula che, a metà degli anni 80, avrebbe rivoluzionato il mondo dei prodotti solidi fluorurati antiattrito. In tempi di vacche grasse, nei quali non si sapeva come spendere i tanti soldi che entravano, la Fisi per soli 15 milioni si fece scappare l’occasione di essere l’unica a utilizzare questa novità, sfruttata invece dalla Swix che acquistò il brevetto guadagnandoci sopra una fortuna.
Dei tre è tornato in primo piano solo Enzo Macor (sotto), che allora faceva da tramite fra il laboratorio e gli skimen della nazionale. E’ uno dei pochissimi allenatori di 4° livello e il fatto che il presidente della Fisi lo abbia chiamato a ricoprire questo incarico è un giusto seppur tardivo riconoscimento di meriti e capacità d’iniziativa che ha sempre dimostrato di avere ma non l’hanno salvato dall’inopinato siluramento dopo le Olimpiadi di Vancouver 2010. E come lui anche Marco Selle, che pure con Piller Cottrer aveva vinto l’unica medaglia del fondo e che ora è tornato prepotentemente a galla a capo del settore giovanile e del progetto FuturFisi.
Un grosso errore di Morzenti, cui Roda ha fortunatamente messo una pezza. Il terzo capro espiatorio di quei Giochi fu Stefano Girardi, del quale è stata nuovamente richiesta la collaborazione ma ha rifiutato. Avrebbe deciso di mettersi in proprio, anche se continuerà a dare una mano in veste di consulente esterno.
Tolto di mezzo Albarello, che pure era reduce dalle trionfali Olimpiadi di Torino 2006, e sostituito con Silvio Fauner, per il laboratorio di Lago fu l’inizio della fine. Vittima di interessi personali, di compensamenti e di manovre di politica federale, ma anche di doppi giochi e di boicottaggi da parte dello staff tecnico che non tennero conto dell’importanza che questa struttura rivestiva nel campo della ricerca prima ancora che della preparazione dei materiali che ne era la logica conseguenza. Insieme alla credibilità guadagnata sul campo e avversata da chi, invece, avrebbe dovuto esaltarla. E nessuno che abbia mai pagato per i danni combinati. Ma questo, si sa, in Fisi è quasi una prassi.
Si riparte, dunque, e speriamo con il piede giusto. Le premesse per far bene ci sono. Che l’ipotizzato centro federale aiuti a far nascere e crescere quella generazione di campioni di cui adesso si sente la mancanza. Sochi 2014 è la scadenza più immediata: far meglio che ai Mondiali di Fiemme 2013 sarà difficile ma non impossibile. Qui, in Val di Fiemme, nel 2015 ci saranno altri Mondiali, quelli di skiroll: arrivarci con la pista sarebbe un’altra bella prova di maturità e di funzionalità..