Due vincitori di spessore per la prima gara dei Mondiali, lo sprint a tecnica classica: Marit Bjoergen e Nikita Kriukov (foto). La più vittoriosa di tutti i tempi e il campione olimpico. La norvegese si è ripetuta a 10 anni di distanza in quella che allora si chiamava ko sprint che si correva in 4: aveva battuto Kuenzel, Pedersen; oggi, su un percorso ben più duro e più lungo (3 minuti e mezzo di corsa, tanta spinta di braccia sul falsopiano e nel rettilineo finale) ha conquistato il 9° titolo iridato uguagliando il compatriota Bjoern Dahlie e lasciandosi alle spalle la svedese Ida Ingemarsdotter, a 2.32, e la connazionale Maiken Caspersen Falla a 3.78.
Superiorità netta, sempre in testa dall’inizio alla fine, favorita per di più da una caduta di Justyna Kowalczyk, che poteva essere l’avversaria più pericolosa. La polacca si è incartata da sola, in un tentativo di sorpasso in salita: ha incrociato gli sci e si è trovata sulle ginocchia (foto), superata così da tutto il gruppetto nel quale la Bjoergen aveva preso un vantaggio risultato decisivo. Impossibile recuperare il distacco, chiudeva in coda al gruppo ad oltre 6 secondi.
Nikita Kriukov, il campione olimpico di di Vancouver, si è ripetuto in Valle di Fiemme. Eliminato in semifinale il kazako Poltoranin a seguito della rottura di un bastoncino proprio all’uscita del cancelletto, il russo ha dovuto vedersela in particolare con Petter Northug e Alex Harvey, la vera sorpresa di questa gara. Il norvegese ha tentato inutilmente di sorprenderlo sull’ultima e più dura salita, Kriukov lo ha anticipato nello scollinamento e sul piano ha fatto valere la maggior capacità di scivolamento contro la frequenza di spinte dell’avversario che gli finiva a 4/10, precedendo di altrettanto e con una miglior spaccata il ritorno del canadese.
C’era anche l’Italia, almeno quella maschile, che ha portato due azzurri in semifinale: non è certo cosa da poco ritrovarsi nei migliori dodici al mondo in una tecnica, il classico, da sempre piuttosto indigesta. Fabio Pasini (foto sopra) e Federico Pellegrino (sotto) hanno fatto “scaldare” le migliaia di tifosi italiani presenti, qualifica dopo qualifica fino a giungere alle semifinali. “E’ andata bene – ha dichiarato Pasini (sopra) subito dopo la gara – avevo buoni sci nonostante le condizioni meteo, dovevo forse crederci un po’ di più. La concorrenza in pista era molto alta, ho provato a stare dietro allo svedese (Calle Halfvarsson), ma poi il divario era troppo e non sono riuscito a stare al passo”.
Gli fa eco Pellegrino, reduce dal 3° posto in Coppa del Mondo, anch’egli comunque soddisfatto della propria prestazione: “Non era come a Davos dove la salita era più corta, c’erano ripetuti cambi di direzione e in discesa era facile trovarsi per terra. Ho dato tutto quello che potevo. Non è da molto che mi dedico allo sprint in classico, quindi questo è senza dubbio un grande risultato”. E da sportivo non se l’è presa dello “scherzetto” che Northug gli ha tirato quando, rallentato in prossimità dell’arrivo della prima semifinale, ha poi allungato all’ultimo tagliandolo fuori. “Di certo non è stato un gesto da sbruffone”, ha commentato Pellegrino, “nei prossimi giorni vedrò di rifarmi”.
Per le donne non è andata così bene, ma le azzurre non si aspettavano nulla se non di fare una bella gara, penalizzata forse dalla preparazione degli sci sicuramente non facile dato il meteo ballerino tra umidità e neve. Greta Laurent è rimasta fuori dalla qualificazione per soli 12/100, la giovanissima Francesca Baudin era al suo debutto e si è piazzata a metà gruppo.
Il direttore tecnico Silvio Fauner è contento dei propri ragazzi: “Due atleti in semifinale è un risultato più che buono, nessuno fino a ieri se lo aspettava probabilmente. Pensiamo positivo, domani ci si riposa e poi vedremo di rifarci”.
Pubblico da stadio di calcio. Se non fosse perché lo speaker parlava italiano ogni tanto, oggi si poteva pensare di essere in Scandinavia. Le bandiere norvegesi e svedesi sin dalla mattina hanno colorato, assieme ai tricolori, alle bandiere russe e di altre nazioni, le tribune di questa prima giornata mondiale avvolta da una magica nevicata.
Sempre in mattinata momento toccante a Lago di Tesero, quando è stata dedicata la sala stampa a Lorenzo Lucianer, giornalista Rai recentemente scomparso. Uno che il fondo lo praticava con indubbia tecnica e commentava con passione e competenza. (Testo e foto Newspower Canon)
Le classifiche
Sprint TC femminile
1. Bjoergen Marit 198° NOR; 2. Ingemarsdotter Ida 1985 SWE; 3. Falla Maiken Caspersen 1990 NOR; 4. Visnar Katia 1984 SLO; 5. Nilsson Stina 1993 SWE; 6. Kowalczyk Justyna 1983 POL
7. Malvalehto Mona-Liisa 1983 FIN; 8. Prochazkova Alena 1987 SVK; 9. Niskanen Kerttu 1988 FIN; 10. Herrmann Denise 1988 GER; 11. Kalla Charlotte 1987 SWE; 12. Fessel Nicole 1983 GER; 13. Smutna Katerina 1983 AUT; 14. Lahteenmaki Krista 1990 FIN; 15. Dotsenko Anastasia 1986 RUS; 16. Jacobsen Astrid Uhrenholdt 1987 NOR; 17. Oestberg Ingvild Flugstad 1990 NO; 18. Ivanoba Julia195 RUS; 19. Randall Kikkan 1985 USA; 20. Caldwell Sophie 1990 USA; 21. Matveeva Natalia 1986 RS; 22. Jean Aurore 1985 FR; 23. Kolb Hanna 1991 GER; 24. Brun-Lie Celine 1988 NOR; 25. Ojaste Triin 1990 EST; 26. Kylloenen Anne 1987 FIN; 27. Shapovalova Evgenia 1986 RUS; 28. Pajala Magdalena 1988 SWE; 29. Fabjan Vesna 1985 SLO; 30. Van Der Graaf Laurien 1987 SUI; 31. Laurent Greta 1992 ITA; 43. Vuerich Gaia 1992 ITA; 47. Baudin Francesca 1993 ITA; 55. Debertolis Ilaria.
Sprint TC maschile
1. Kriukov Nikita 1985 RUS; 2. Northug Petter jr 1986 NOR; 3. Harvey Alex 1988 CAN; 4. Joensson Emil 1985 SW; 5. Golberg Paal 1990 NOR; 6. Brandsdal Erik 1986 NOR
7. Halfvarsson Calle 1989 SWE; 8. Ketelae Toni 1988 FIN; 9. Hattestad Ola Vigen 1982 NOR;10. Pasini Fabio 1980 ITA; 11, Poltoranin Alexey 1987 KAZ; 12. Pellegrino Federico 1990 ITA; 13. Japarov Dmitriy 1986 RUS; 1986 FIN; 14. Chebotko Nikolay 1982 KAZ; 15. Deterso Teodor 1988 SWE; 16. Pentsinen Anssi 17. Strandvall Matias 1985 FIN; 18. Miranda Cyril 1985 FRA; 19. Onda Yuichi 1980 JPN; 20. Eriksson Jens 1987 SWE; 21. Newell Andrew 1983 USA; 22. Devjatiarov Mikhail Jun. 1985 RUS; 23. Teichmann Axel 1979 GER; 24. Miyazawa Hiroyuki 1991 JPN; 25. Hediger Jovian 1990 SUI; 26. Panzhinskiy Alexander 1989 SWE; 27. Cologna Gianluca 1990 SUI; 28. Lassila Kalle 1985 FIN; 29. Tscharnke Tim 1989 GER; 30. Sun Qinghai 1988 CHN; 35. Noeckler Dietmar 1988 FIN; 36. Scola Fulvio 1982 ITA
Marit Bjoergen: “Un buon inizio è importante, partire con l’oro è eccezionale”
Marit Bjoergen ha fatto la storia. È la prima fondista a vincere l’oro individuale nella stessa gara, lo Sprint, a distanza di dieci anni in gare come Olimpiadi e Mondiali. Solo Stefania Belmondo aveva ottenuto l’oro a distanza di dieci anni, ma lo aveva fatto su due distanze diverse: nella 30 km ad Albertville 1992 e sui 15 km a Salt Lake City. Marit Bjoergen lo ha fatto nella stessa gara di Sprint e nello stesso luogo, in Val di Fiemme.
Ma – e questo aumenta ancora la qualità della sua prodezza – ha vinto usando uno stile diverso rispetto a dieci anni fa: allora s’impose con la tecnica libera, che preferisce, ora ha vinto con la tecnica classica.
Le tre medaglie d’oro nello sprint, che aveva già collezionato – ai Mondiali di Val di Fiemme 2003, ai Giochi Olimpici di Vancouver 2010, ai Mondiali di Oslo 2011 – le aveva ottenute col passo pattinato. “Non mi aspettavo di vincere. Il mio obiettivo era solo raggiungere la finale. Pensavo che la gara sarebbe stata molto difficile per me. Invece ho vinto bene. Sono sorpresa e molto felice, ha detto Marit Bjoergen. Solo dopo la semifinale mi sono resa conto di poter fare una buona finale, ma non pensavo alla vittoria”.
“Un buon inizio è importante. Partire con l’oro è eccezionale. Voglio godermi questi campionati e cercare la perfezione. Tutto è possibile, ha detto Marit, che ha fatto il punto sulla sua condizione. Ho potuto lavorare molto bene in allenamento. Sono molto in forma. Mi sento al 100%”.
La campionessa norvegese ha guardato indietro, rivivendo la prima vittoria in Val di Fiemme e ha detto con un sorriso: “Sono molto migliorata, anche tecnicamente, rispetto a dieci anni fa. Sono più esperta, più sicura, ma sono anche più vecchia”.
A 32 anni ha un medagliere più ricco di quello che tintinnava sul petto dei generali di Napoleone: alle 7 medaglie olimpiche (3 d’oro), aggiunge 15 medaglie mondiali (9 d’oro), 3 Coppe del Mondo e 85 vittorie in gare di Coppa. Un bottino senza eguali.
I norvegesi amano l’Italia. Al tempo dei Vichinghi arrivavano per mare a caccia di tesori ed erano irresistibili pirati. Poi cambiarono approccio. Roald Amundsen diede addirittura la sua vita per salvare gli uomini di Nobile dispersi col dirigibile “Italia” al Polo Nord. L’esploratore Thor Heyerdahl ha scelto la Liguria per morire. Anche per Marit Bjoergen l’Italia è una seconda patria. Dichiara: “Mi piace l’Italia. È la mia seconda casa. Ci sono stata molte volte e mi sono sempre trovata molto bene in Val di Fiemme. Amo il calore della gente. Qui le persone sono molto gentili ed amichevoli”.