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Giovanni Malagò nuovo presidente Coni. Battuto (40 – 35) il delfino Lello Pagnozzi

Con 40 voti (su 76) contro i 35 dell’avversario Raffaele Pagnozzi (e una scheda nulla),  Giovanni Malagò è diventato il nuovo presidente del Coni, il 15esimo della storia. Il presidente della Canottieri Aniene, manager, imprenditore, sportivo, tifoso giallorosso e playboy come lo ha definito La Repubblica, ha battuto il segretario generale del Coni sponsorizzato dal presidente uscente Petrucci, di cui era considerato il delfino. Una brutta botta per chi si sentiva le spalle talmente coperte da dichiarare con forte anticipo la certezza di disporre del quorum che gli avrebbe garantito la carica.

malago  PAGNOZZIMa, come già si scriveva su questo modesto sito, giovedì 7 febbraio, nell’articolo che si ritrova nella sezione “Editoriali” e trattava del modo in cui la Fisi ha mandato allo sbaraglio due campioni come Pietro Piller Cottrer e Lara Magoni nelle elezioni del Consiglio Nazionale, c’è sempre il rischio che chi entra in conclave papa ne esca cardinale.

Argomento d’attualità anche sul piano religioso e regolarmente confermato in questa occasione. Probabilmente per un motivo semplicissimo, e cioè la diffusa repulsione delle federazioni nei confronti della casta del Coni per il modo in cui viene affrontato e trattato lo sport. In parole povere, la voglia di cambiare ha prevalso sul tran tran quotidiano.

Uno smacco, oltre che per il diretto interessato e per chi lo sostenuto anche contro ogni logica di rinnovamento, per tutti quei mezzi di informazione che davano per certa l’elezione dell’ormai ex segretario generale. E si riesce anche a capirli se si considera ciò che il club Petrucci ha sempre saputo fare bene: mantenere ottimi rapporti con la tv, con i giornali e con i partiti di maggioranza. Gli è sempre andata altrettanto bene, fino a stavolta.

E ne erano tanto convinti che la sera di lunedì si erano contati ancora una volta, ovviamente a tavola. Tanto da andare a dormire sicuri del trionfo. Ma l’urna, quando è segreta, a volte diventa meretrice. O dea della giustizia.

malagò esultaPunti di vista: Binaghi (Federtennis) ha parlato addirittura di imboscata, Abete (Federcalcio) anch’egli elettore di Pagnozzi, attribuisce la colpa alla voglia di cambiamento che attraversa il Paese e che ha contagiato il mondo dello sport. Aggiungendo che “ma voglio ricordare che il sistema sportivo è rimasto a livelli di grande eccellenza grazie al lavoro di Petrucci e Pagnozzi”.

Basta questa dichiarazione a spiegare la vittoria di Malagò. Infatti, Aligi Pontani sul blog di Repubblica lo sottolinea con questa sintesi stringata ma eccezionalmente specificativa: “I problemi sono così tanti che si fatica a metterli in ordine di importanza: pratica sportiva da bassifondi delle classifiche europee, abbandono precoce dell’agonismo, impiantistica sportiva da terzo mondo, scuola assente, prostrazione dei tecnici, burocrazia debordante, risorse in calo e comunque sempre e interamente garantite dallo Stato, scarsa trasparenza nella gestione dimalago 01 672-458 resize alcune federazioni, giustizia sportiva da rifare, doping, scommesse, legge sul professionismo eccetera eccetera”.

Ma tutto questo evidentemente sfuggiva a chi si è inchiavardato da decenni sulle poltrone e ha usato le medaglie per farsi bello invece che per promuovere una pratica sportiva di massa.

Petrucci si era venduto così bene che i suoi supporter pensavano che sarebbe bastato il suo nome per far passare il suo candidato. Ed ecco che a presiedere l’assemblea elettiva chi chiamano? Proprio lui, il “Poltronissimo”. Quel Franco Carraro che ormai accusa gli acciacchi dell’età, e perde la cognizione del tempo tanto da indicare come candidato proprio Petrucci invece che Pagnozzi. Un bel lapsus, soprattutto rivelatore di ciò che tutti già sapevano.

E’ interessante anche vedere chi è entrato nella Giunta. Il più votato dei dirigenti è stato Franco Chimenti (Federgolf) che si candidò l’ultima volta proprio contro Petrucci. Come mai a distanza di soli quattro anni ha raccolto tutti questi voti? E perché molti elettori alla vigilia non hanno avuto il coraggio di dichiarare apertamente il proprio appoggio a Malagò? Paura? Timore di ritorsioni, di ricatti, di tagli ai finanziamenti?

Nella Giunta, invece, non vediamo il nome del presidente Fisi, che già aveva rimediato una figuraccia conmalagò sala l’esclusione di Piller Cottrer e di Lara Magoni dal Consiglio nazionale per cui si erano candidati. E questo avviene proprio dopo che Flavio Roda, alla festa della Fisi a Modena, entusiasticamente, con largo anticipo e senza neppure informarne almeno la Consulta dei presidenti, aveva reso noto il proprio “endorsement” (impegnativo per l’intera Federazione che poteva anche essere di parere diverso) a favore di Lello Pagnozzi.

E qui dobbiamo riprendere un vecchio discorso. Roda è indubbiamente un mago della sciolina, un luminare della posizione dei paletti, un fuoriclasse della preparazione atletica, ma questo non significa che sappia come muoversi tra bilanci e marketing sportivo, e soprattutto come destreggiarsi tra le sirene e gli incantatori che popolano i salotti romani. Ne deriva che i consiglieri federali dovrebbero integrare e supplire le carenze del presidente di di fronte a colpi di testa del genere. Ma la loro voce non si sente. Saranno rimasti afoni a forza di riunirsi in località di villeggiatura invece che nella sede federale.

Eppure ora dovrebbero essere tutti contenti (trombature a parte). Petrucci e i suoi collaboratori sono stati in prima fila nella guerra alla Fisi, quella che ha prodotto la repentina nomina come commissario straordinario del poltronissimo Carraro. Il quale ha lasciato in eredità un bel debito, ma ha cambiato lo statuto infischiandosene delle regole democratiche. E chi gli è succeduto si è limitato a prenderne atto, anzi l’hamalagò piscina anche ringraziato invece che fargli causa.

Parliamo di guerra alla Fisi e non a Morzenti (il quale non ha mai nascosto il proprio appoggio a Malagò, e ora se la starà ridendo alla grande), poiché la sentenza che ha invalidato la sua elezione è un insulto per tutti gli iscritti. Al riguardo ricordiamo che la giustizia sportiva aveva per ben due volte ratificato l’assemblea elettiva, poi è arrivata l’Alta (sic!) Corte, quella che è stata soprannominata “scontificio” per il trattamento di favore verso determinati dirigenti e atleti, che ha ribaltato tutto.

E spalancato la porta alle imprese di Carraro, che aveva già le valigie pronte per insediarsi a Milano (dove peraltro si è visto ben poco). Ricordiamo che il ricorso non è stato fatto dal candidato soccombente, cioè Carmelo Ghilardi, ma dal SAI di Roma. Un club non esattamente noto per le imprese agonistiche, quanto per la vicinanza con l’ex ministro Frattini.

Con la “normalizzazione” della Fisi la politica è entrata a gamba tesa sullo sport. Ora lo sport ha preso lamalagò canottieri propria rivincita mandando a casa chi ha voluto umiliarlo.

Non resta che fare gli auguri a Malagò e alla sua squadra, sperando che riescano a tradurre in pratica i programmi che hanno enunciato. E, cioè, in sintesi, “consolidare il ruolo dell’Italia nel G10 dello sport, riaffermare l’importanza della pratica sportiva per tutti, rafforzare la lotta contro doping e scommesse illegali, puntare forte su volontariato, associazionismo e impiantistica sportiva, unificare mondo olimpico e paralimpico, indipendenza del Coni che deve progettare il coinvolgimento degli sponsor e degli investoriri privati e non essere foraggiato dallo Stato, riforma radicale dell’informazione istituzionale per una visione collegiale e trasparente del Foro Italico”.

Già dai primi passi vedremo se avranno voglia di rimboccarsi le maniche o se si siederanno sugli allori. Allori che ci auguriamo con la primavera mettano un po’ di spine, tanto da rendere scomoda la seduta al vertice Fisi, che in questi mesi è riuscito ad avviare l’encomiabile progetto Futurfisi, ma poi non ne ha più azzeccata una. A cominciare dalla campagna tesseramento, cui bisogna pensare ora e non aspettare settembre.

Le elezioni della Giunta Nazionale

malagò giuntaDopo l’elezione di Malagò alla presidenza del Cioni, il Consiglio Nazionale ha provveduto alla elezione della Giunta Nazionale.
Questo l’esito delle votazioni (prima del voto si è ritirato Jury Chechi in quota dirigenti):
DIRIGENTI (7): Franco Chimenti (49 voti), Luciano Buonfiglio (47), Giorgio Scarso (37), Paolo Barelli (35), Giancarlo Abete (33), Sergio Anesi (10), Fabio Pigozzi (10). Non eletti: Renato Di Rocco (32), Angelo Binaghi (29), Riccardo Fraccari (29) Ugo Matteoli (28), Flavio Roda (18) 
malagò sensini e dueATLETI (2): Alessandra Sensini (36 voti), Fiona May (24). Non eletti: Paolo Vaccari (8), Oscar De Pellegrin (6)
TECNICI (1): Valentina Turisini (72 voti)
RAPPRESENTANTE COMITATI REGIONALI: Fabio Sturani (47 voti). Non eletto: Gianfranco Porqueddu (26)
RAPPRESENTANTE DELEGATI PROVINCIALI: Guglielmo Talento (43 voti). Non eletto: Giuseppe Iacono (28)
ENTI DI PROMOZIONE SPORTIVA: Massimo Achini (36 voti). Non eletti: Giovanni Gallo (31), Nazzareno Neri (1)

La Giunta Nazionale, che si è riunita al termine del Consiglio, ha eletto vice presidenti Franco Chimenti, in qualità di Vicario, e Giorgio Scarso. Roberto Fabbricini è stato nominato Segretario Generale e Carlo Mornati facente funzioni di Vice Segretario Generale.

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