Fine settimana con lo sci di fondo ad alto livello in Alta Valle Seriana. A Valbondione, sulla pista Casa Corti, si comincerà sabato con la Coppa Italia (partenza 9.30, 5-10 km a tecnica libera), alla quale farà seguito il Trofeo Città di Clusone riservato al circuito provinciale alllievi e ragazzi. Il clou domenica con il campionato italiano assoluto dello sprint a tecnica libera (9,30 qualificazioni, dalle 11,30 batterie e finali). Nell’intermezzo gara circoscrizionale per baby e cuccioli.
La manifestazione è stata promossa da Sviluppo Turistico Lízzola e dagli Scí Club Gromo (nel quale i fratelli Renato e Fabio Pasini ssono cresciuti) e 13 Clusone, e ha trovato immediata risposta da parte dell’amministrazione comunale e la collaborazione di tanti volontari e degli alpini. Determinante, infine, l’interessamento di Beppe Barzasi, vice presidente del Comitato Alpi Centrali, presso la Fisi, per l’assegnazione del campionato italiano assoluto a questa località.
In pratica, come fa rilevare Renato nell’intervista di Sergio Tiraboschi per il Corriere, “si è mobilitata tutta una valle per salutare la conclusione della mia carriera, un privilegio non per tutti, ed è stato riservato a me grazie all’interessamento e prima ancora all’affetto che mi riserva la valle; qualcuno ha lavorato per farmi vivere momenti che ricorderò per sempre, forse più nitidi dei ricordi sportivi”.
Ma non sarà una passerella d’addio per lui, che sotto sotto un pensiero ai Mondiali in Val di Fiemme lo fa ancora. “Voglio fare bene. Mi sto allenando anche 25 ore a settimana con lo stesso entusiasmo di un ragazzino, poiché ho tanti obiettivi: dai campionati italiani sotto casa ai Mondiali in Val di Fiemme, dove io anni fa partecipai per la prima volta alla rassegna iridata. Allora ero tra i migliori in Italia, ma a Bergamo c’erano Fabio Santus e Bruno Carrara che qualche lisciata me la davano. Poi l’avvento nel 1996 della disciplina Sprint (più adatta a me) e l’ingresso nel gruppo sportivo della Forestale mi hanno permesso di sognare in grande”. Aveva trovato la specialità fatta per lui: possente, veloce, con ottimo recupero fra una prova e l’altra.
Degna conclusione alle 20,30, al Palasport di Valbondione, con la serata in onore di Renato Pasini, unico fondista bergamasco iridato, che, con lo sprint tricolore, a 35 anni chiude praticamente la sua carriera ricca della partecipazione alle Olimpiadi di Torino 2006 e Vancouver 2010, 7 podi in Coppa del Mondo, con due vittorie individuali, e 3 titoli italiani. E, quel che più conta, la medaglia d’oro del Team sprint ai Mondiali 2007 conquistata in coppia con Cristian Zorzi (foto).
In quell’occasione, intervistati dopo il successo, confessarono di essere grandi tifosi nerazzurri, e il giorno successivo ricevettero la telefonata di congratulazioni di Inter Channel e il saluto del loro idolo nerazzurro Marco Materazzi il quale, oltre a complimentarsi per il titolo conquistato, li invitò al centro sportivo “Angelo Moratti” per seguire da vicino la loro Inter
“Gli Italiani a casa mia, davanti a famiglia e amici: sarà fantastico” il primo commento di Renato sempre nell’intervista a Tiraboschi che riprendiamo in parte. Sono forse più emozionato che per altri più importanti appuntamenti, tipo le gare di Coppa del Mondo, o i Mondiali, o gli Italiani. In quelle occasioni l’emozione prima e dopo la gara era tutta mia personale, domenica a Valbondione la condividerò con i miei famigliari, con tantissimi amici che mi seguono da sempre, nelle vittorie e nei momenti opachi”.
Destinato allo sci da ragazzino, poiché papà Adelmo, che gli ha messo gli sci ai piedi, è uno che ha sempre praticato alla grande sci di fondo e corsa in montagna. Detentore di tanti primati in questa specialità. A lui e al fratello minore Fabio, che fa parte tuttora della squadra nazionale, ha cominciato ad insegnare le basi del fondo abbinandolo allo sci alpino perché migliorassero l’approccio e la confidenza con le discese. Tanto buona che i due fratelli sanno farsi valere anche nelle gare di scialpinismo più impegnative. A cominciare dal Trofeo Parravicini che li ha visti spesso protagonisti. Una scelta precisa, quella di papà Alfredo: non voleva tirar subito il collo con una disciplina di fatica. “E credo che questo, dice sempre Renato, sia stato fondamentale nella nostra crescita agonistica”.
Lascia in un momento in cui nello sprint la concorrenza abbonda (il neocampione mondiale Under 23 Pellegrino, Hofer, Scola, Noeckler, Rastelli, Nizzi….) ma anche lui potrebbe dire ancora la sua . Però, confessa, “ho capito che bisogna pensare al futuro e e rendersi conto che a un certo punto bisogna smettere: meglio farlo quando si è ancora in grado di farsi rispettare. Il declino fisico arriva inesorabile, meglio lasciare per tempo. Poi c’è sempre la possibilità di divertirsi sulla neve”.
Ma, quel che più conta, è venuto il momento di stare più vicino alla famiglia: alla moglie Daniela, ai Gianluca e Caterina. “Ho degli obblighi morali nei loro confronti. Ora i bambini sono ancora piccoli ma cresceranno in fretta e dovrò essere vicino a loro. Ecco anche perché ho deciso per una vita più regolare”.
Per dirla in breve, l’atleta lascia il posto al papà affettuoso e pieno di premure che, in un futuro non lontano, nei confronti dei figli potrebbe ripetere ciò che papà Alfredo ha fatto per lui: avviarli nella pratica dello sport. Che è fatica ma anche lezione di vita, e che ha portato lontano e contribuito a dare un avvenire a lui e a Fabio. La storia può ripetersi ….