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Tesseramento Fisi inferiore alle speranze. Per lo sci nordico, però, c’ è uno sponsor

Qualcuno parla di flop, altri di fiasco: dare giudizi gratis è lo sport più diffuso, ma anche il meno produttivo.
Limitiamoci a prendere atto che il tesseramento Fisi non ha dato i risultati attesi. Si parla di un 15 per cento in meno di iscritti, che tradotto in denaro – tenendo conto anche dello sconto di 10 euro sulla quota federale – diventa circa un milione in meno nel bilancio 2013. Non occorre essere professori di scienza delle finanze alla Bocconi per capire che ci si para davanti un’altra stagione di tagli e di sacrifici, con il rischio di dover lesinare risorse alla preparazione degli atleti e ad iniziative efficaci come Futurfisi (nella foto sotto il gruppo in azllenamernto a Ramsau). Che comunque dovrebbe avere una copertura assicurata per 3 anni.
 Ora speriamo che non si apra la solita caccia al colpevole, leggasi  accuse al presidente. Certo, Flavio Roda ha le sue responsabilità, ma non dimentichiamo che è un tecnico e che forse il suo mestiere lo sa fare e bene. Non si può pretendere però che di punto in bianco diventi un mago dei bilanci e della gestione. Lì lo spirito manageriale è indispensabile.
 D’altronde chi si sognerebbe di affidare la preparazione della nazionale all’amministratore delegato di una società quotata in Borsa? Il presidente deve dare indicazioni, e in questo caso le ha date giuste, cioè aumentare il numero dei tesserati. Lui ha fatto delle proposte su come arrivare a questo risultato. Proposte che abbiamo giudicato insufficienti se non addirittura  controproducenti. Era compito del Consiglio federale integrarle o cambiarle o comunque dare suggerimenti.
FuturFisiFondoRamsau2012In Consiglio non mancano uomini d’esperienza, perché hanno approvato senza proferire verbo? Non sono stati eletti per fare le belle statuine o per portare la giubba. Tanto più che dire di no quando una proposta appare velleitaria non significa attaccare il presidente, ma essere leali verso di lui, verso la Federazione e verso chi li ha eletti.  E questo significa fare gli interessi dei soci, quellaa base troppo spesso snobbata. Altrimenti è molto meglio che se ne stiano a casa loro invece che riunirsi in località amene spesati di tutto.
Ora occorre rimboccarsi le maniche per tamponare la situazione e preparare per tempo la prossima stagione del tesseramento. La prima cosa che il Consiglio federale dovrebbe fare è quella di operare pressioni sul Coni e sul governo per avere i giusti finanziamenti. Ricordando sempre che. la Fisi è fra le federazioni più vincenti in assoluto e alle spalle ha un grosso retroterra con cui collabora per  la tutela e il rilancio della montagna che diversamente andrebbe alla malora del tutto.
Giancarlo Abete, appena riconfermato presidente della Federazione Calcio, ha fatto presente che il mondo del calcio contribuisce di tasse circa  900 milioni di euro, e la Figc riceve dal Coni un contributo di 64 milioni da destinare all’attività dei ragazzi e dei dilettanti. E’ un modo elegante per dire: vi diamo tanto e ci restituite soltanto le briciole, svegliatevi.
 Ma c’è di più. Nei mesi scorsi inchieste giornalistiche ben documentate hanno evidenziato come ci siano piccole federazioni che ricevono denaro in abbondanza rispetto ai tesserati, e lo usano per pagarsi sedi faraoniche e inutili, auto blu e benefit per i dirigenti. Non risulta che il Coni abbia preso provvedimenti, forse perché l’imminente rinnovo dei vertici sconsiglia azioni contro la piaga del clientelismo, che storicamente si è rilevata la più efficiente macchina da voti. E il Coni, che sta rinnovando il presidente, ci inzuppa il pane arraffando voti dappertutto.
E’ bene che la Fisi cominci a far pesare da subito quanto gli sport invernali fanno affluire nelle casse erariali, in modo che la nuova presidenza Coni (nella foto, con Roda, il pressoché scontato nuovo presidente Pagnozzi che sta facendo incetta di voti) roda-pagnozzi e il futuro ministro dello Sport ne tengano conto. Tutto il mondo del turismo invernale ( con ovvie ricadute anche estive ) beneficia dei successi degli  atleti dello sci, ma più ancora del movimento degli sci club che lavorano a puro titolo di volontariato. Sarebbe ora che si aprisse il portafogli verso questo nostro mondo che contribuisce a  .tenere in piedi il Paese ricavandone ben pochi benefici.
Nello stesso tempo si dovrà intensificare la ricerca di sponsor. Uno, a quanto pare, Roda l’ha trovato per lo sci nordico: è GDF Suez Energie, che opera nel mercato italiano della vendita di gas naturali ed energia elettrica. Doveva essere presentato lunedì scorso, ma c’è stato un rinvio a martedì 22 gennaio. Nella sala A del Palazzo Coni di via Piranesi 46  alle ore 14 è stata indetta una conferenza stampa su questo accordo di collaborazione, alla quale saranno presenti il presidente Flavio Roda, il consigliere federale Gabriella Paruzzi, i direttori tecnici Silvio Fauner (sci di fondo), Ivo Pertile (salto e combinata nordica), Fabrizio Curtaz (biathlon), una rappresentanza di atleti e l’amministratore delegato di GDF Suez Energie Valerio Camerano.
Sarebbe una boccata d’ossigeno in un settore, che specificamente il fondo, perde sempre più praticanti-agonisti (ne abbiamo appena parlato con riferimento ai campionati italiani Cittadini-Master, che si sono svolti nella Golf Arena di Asiago – nella foto la zona partenza / arrivo, spostata a monte rispetto al passato)asiago veduta, che sono poi quelli che hanno bisogno della tessera per gareggiare. Anche se, pure nelle granfondo, più che la tessera ormai richiedono solo il certificato medico. La tessera, poi, non la fa chi ricorre agli sci stretti per divertimento o semplicemente vuole fare due passi a fini salutari. Sci di fondo, vita lunga, meno pericoli rispetto alle altre discipline. Proprio per questo appare evidente e inevitabile anche l’opportunità di una differenziazione dei costi. E c ‘è chi l’ha capito. La tessera FIHP dello skiroll, certamente più pericoloso del fondo, costa infatti solo 5 euro contro 25 di quella Fisi, e chi lo pratica anche agonisticamente non capisce quindi questa differenza.
Soprattutto, però, occorrerebbe preparare per tempo il tesseramento con proposte appetibili per il grande pubblico. Ciò significa non fare la prima cosa che viene in mente affidandosi a fantomatici sondaggi che non si sa bene chi e come li abbia fatti.
Ciascuno dia il proprio contributo: nella Fisi ci sono personaggi competenti e con tanta esperienza nei settori più disparati, perché non chiedere il loro contributo? Non è questo il momento di beccarsi come gli ineffabili capponi di Renzo: ora bisogna unire le forze e ricorrere a tutte le risorse disponibili, abbandonando ripicche e desideri di rivalsa. L’alternativa è quella di finire tutti nel calderone, con un altro Poltronissimo in via Piranesi a fare da chef. E ne abbiamo visti i risultati….

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