PEDAVENA – Mancano gli stranieri di grido, che solitamente venivano dai loro raduni sul ghiacciaio di Ramsau, ma gli italiani ci saranno tutti. Il Gran Prix Sportful di domenica , giunto all’edizione n. 34, è un appuntamento che gli azzurri del fondo non possono mancare anche se da Pedavena al passo di Croce d’Aune si corre con gli skiroll. Attrezzi che ormai fanno parte della routine quotidiana dei programmi di allenamento e vengono utilizzati per i test “a secco” sull’asfaslto in attesa di provarsi con gli sci sulla neve a quote più ragionevoli che non quelle dei ghiacciai.
Stelvio, Val Senales e Ramsau superano 3000 metri: vanno bene per far distanza e curare la tecnica, non per scannarsi contro il cronometro. Che comunque il suo responso l’ha già dato evidenziando che Veronica Cavallar e Di Virginia De Martin sono le migliori fra le donne, mentre ad emergere fra gli uomini sono stati Roland Clara, Thomas Moriggl e Giorgio Di Centa.
Quest’ultimo sta dimostrando che non è ancora venuto il momento di fare i conti con la carta di identità: malgrado i 40 anni già compiuti, resta ancora una volta l’uomo da battere. Per due semplicissimi motivi: perché in questi test è già andato forte con gli skiroll pur avendo perso diverse settimane di allenamento per un incidente con la moto, e perché è il recordman della gara con il tempo di 30.39.8 stabilito l’anno scorso sul nuovo percorso di 9,5 km. Diventa dunque il termine di riferimento.
Nulla a che vedere, però, con il 34.48.05 con cui Pietro Piller Cottrer il 5 ottobre 2008 aveva vinto l’edizione del trentennale togliendo il record a Muehlegg che di lì a poco, squalificato per doping, avrebbe perso anche le medaglie olimpiche e chiuso la carriera. Ma allora si partiva appena fuori Feltre e per arrivare al traguardo volante del birrificio, dove viene piazzato lo start attuale, c’erano 1800 metri di falsopiano in più che permettevano di scaldare il motore prima di affrontare le rampe che portano al passo Croce d’Aune sul quale si trova il monumento che ricorda Tullio Campagnolo.
Vicentino, buon corridore trasformatosi in industriale. Furono proprio le difficoltà a rimuovere la ruota posteriore per spostare manualmente la catena su un rapporto più agile e la fatica che gli costò quell’ascesa che lo portarono a inventare il cambio automatico sul quale avrebbe poi costruito un’azienda che ha fatto scuola a tutto il mondo nella componentistica delle biciclette.
Manca dunque un termine di confronto fra i due tempi record registrati comunque a conclusione di altrettante imprese da parte dei protagonisti che, in un’occasione, il 6 ottobre 2002, superarono in 36.24.6 la linea del traguardo tanto affiancati che giudice e cronometristi assegnarono salomonicamente il primo posto “ex aequo”. Che per Pietro significò il prologo di una successiva cinquina di successi che lo portò a superare Giuseppe Puliè, precedente primatista per numero di vittorie, mentre Giorgio è rimasto a quota 3 (nella foto il podio 2011: da sinistra Checchi, Di Centa, Moriggl).
Si può dar per scontato che saranno ancora fra i protagonisti contendendo a Roland Clara il ruolo di favorito che le ultime prestazioni gli accreditano. Secondo sabato scorso a Sovere (BG) battuto nel finale di pura spinta di braccia da Dario Cologna che anche nello skiroll si è dimostrato campione come nello sci.
Piller Cottrer in questa gara cercava una conferma alle buone sensazioni che avverte dopo due anni di crisi. Si correva in classico, tecnica nella quale è notevolmente migliorato ma non è comunque uno specialista, ma ha avuto purtroppo la sfortuna di trovarsi con un bastoncino rotto proprio nel momento in cui Cologna, Clara e Moriggl, imponendo un ritmo scatenato hanno fatto saltare il gruppo. Non ha trovato nessuno che glielo potesse cambiare, e così ha perso tempo prezioso e posizioni finché Cristian Zorzi non gli ha passato uno dei suoi.
Da lì in poi, come ha scritto sul proprio sito, “ho continuato la mia rincorsa alla testa del gruppo che nel frattempo si era già molto allungato, chiudendo anche vari “buchi” fino a raggiungere i primi 4. Al loro successivo allungo io non ne avevo più per stare insieme e quindi sono salito con il mio passo arrivando ottavo. La posizione in classifica è buona ma le sensazioni e lo spirito sono quelli che mi confortano più di tutto. Mi rimane il rammarico di non essere riuscito a giocarmela con loro fino al traguardo. Peccato, ma spero di potermi rifare già domenica prossima alla gara della Sportful”.
Scenderà dunque in campo con il dente avvelenato, alla ricerca di una rivincita su un percorso che conosce come le sue tasche e in una tecnica, lo skating, che lo ha sempre premiato. Nello skiroll, specialità in cui ha vinto, oltre al Gran Prix Sportful, anche gare di Coppa del Mondo, come nello sci (medaglie olimpiche e mondiali).
In questa lotta fra giganti sarà difficile che riescano a infilarsi anche gli specialisti dello sci a rotelle. Persino “Re Alfione” Di Gregorio ha mancato il podio: troppo stanco, a fine stagione, per potersi battere alla pari con i fondisti nel momento in cui, con gli skiroll, sono al massimo della forma. Sul terzo gradino, è salito solamente Simone Paredi ma quando non era ancora diventato campione del mondo della specialità. Pioveva che Dio la mandava e lui, che sa spingere anche sul fondo bagnato senza far scivolar via le ruote, trovò modo di esaltarsi. Avrebbe potuto puntare al successo dopo i trionfali Mondiali di Piglio (due ori e un argento), ma rinunciò alla gara per partecipare, con gli altri alpini del C.S. Esercito, alle nozze dei commilitoni Anna Rosa e Valerio Theodule.
Reduce da un malanno che lo ha costretto a prendere antibiotici, non è certo in condizione di battersi all’altezza del recente passato. Come già l’anno scorso, quando arrivò 9° a 2’40 da Di Centa, in questo momento il più regolare fra gli skirollisti è Sergio Bonaldi (nella foto il suo arrivo a Sovere), ma nelle gare in classico e qui si corre a skating. Così andrà a finire che, come sarebbe disposto a scommettere il suo allenatore Chenetti, l’avversario dal quale i fondisti dovranno guardarsi sarà il combinatista Alessandro Pittin se la spalla operata reggerà bene allo sforzo richiesto da una mezz’ora abbondante di gara su una salita che non perdona il minimo errore.
Con lui ci sarà tutta la squadra della combinata: ragazzotti che nella loro duplice specialità stanno dimostrando di andar forte. Come avevano fatto del resto gli azzurri del fondo dopo che Albarello chiamò Chenetti alla guida della nazionale. Quella che iniziò con le medaglie mondiali di Obersdorf, continuò con quelle olimpiche di Torino 2006 e, tanto per restare in tema, monopolizzò anche il podio della Sportful. Al quale cercheranno di avvicinarsi anche i giovani fondisti della B /Under23 e magari pure qualche biathleta.
La gara dovrebbe essere favorita anche dal meteo: tutta da godersi, dunque, da parte degli appassionati ormai abituati ad affollare gli ultimi tornanti del Passo Croce d’Aune. Pronti a fare il tifo anche per la prima azzurra che riuscisse a battere Valentina Shevchenko (foto) che si ripresenta puntuale anche quest’anno per fare la replica del 2011 quando, a farla soffrire, più che la svizzera Seraina Boner e l’azzurra Virginia De Martin, fu il gran caldo che rese la corsa ancora più dura