In un raro momento di umorismo, in data 9 luglio, Carmelo Ghilardi, presidente delle Alpi Centrali, sul sito del Comitato con una lettera aperta accusava chi scrive di “animosità e partigianeria, per aver criticato “già dal principio, com’è d’altronde sua abitudine, scelte ed incarichi prima ancora di vederne gli effetti e questo anche in settori dove forse un po’ più di informata competenza la salverebbe dal dire fesserie”. La sua presa di posizione si riferiva al commento sulle elezioni del Comitato.
Al di là dei numeri che in modo impietoso denunciavano il disinteresse delle società di fronte allo sbando del Comitato stesso, a dargli fastidio, in particolare, era stata la considerazione in cui l’ambiente dello sci di fondo, disertandola in massa, aveva tenuto questa tornata elettorale resasi necessaria a seguito delle dimissione di Claudia Giordani, suo predecessore. Inoltre la consapevolezza che l’accoppiata Barzasi-Vanoi, partorita dal direttivo, si sarebbe dimostrata un disastro. Come si sta puntualmente verificando a 3 mesi di distanza dalla loro nomina per il mancato rispetto dei ruoli da parte di Beppe Barzasi (foto).
“Barzelletta del nuovo che avanza” avevamo definito questa gestione bicefala, concludendo il discorso con una domanda su quale sarebbe stato il ruolo dell’ex direttore agonistico del fondo e attuale segretario dello sci nautico: da mente, da braccio operativo o da badante?
Scelte e decisioni maturate in questi 3 mesi hanno chiaramente dimostrato che Vanoi, nella situazione che si è creata di dispotismo da parte di Barzasi, è semplicemente la “foglia di fico” che un tempo gli artisti mettevano per nascondere le pudenda. L’altro fa quello che vuole. E da “sfasciacarrozze” come è sempre stato considerato si è riproposto anche in questa occasione: in maniera becera, senza dare ascolto a nessuno.
E così Vanoi, che di consigli avrebbe potuto darne a iosa, si è letteralmente defilato dalla gestione del fondo che negli ultimi 2 anni aveva ripreso a far risultati e, tanto sul piano operativo che della mentalità di chi lo conduce, è tornato al paleolitico. Jurassic Park in via Piranesi verrebbe da dire senza tema di smentite da parte di Ghilardi.
La prima mossa è stata quella di “far fuori” l’allenatore responsabile, Gianluca Raineri. E’ uno dei pochissimi 3° livello “civili” che ha rilanciato il fondo delle Alpi Centrali riportandolo in quelle posizioni di vertice che gli competono, è considerato il miglior allenatore italiano, e non per niente era stato inserito nel Progetto giovani e fa tuttora parte dello staff di FuturFisi.
Ma a Barzasi è sempre “stato sulle palle” e lo ha silurato, come del resto aveva già fatto in passato quando Albarello lo voleva responsabile della nazionale juniores e lui si oppose come Comitato AC facendo pressioni al punto di arrivare a farlo sostituire proprio con Martinelli. Che ora ha richiamato in Comitato affiancandolo dai suoi “fedelissimi”. Tutta brava gente, ma anacronismo di ritorno.
E ha fatto ancora di peggio. Dopo aver sempre criticato che la precedente commissione non era rappresentativa di tutte le aree delle AC quando invece ne facevano parte Ermanno Rastelli (Sondrio), Natalino Arrigoni (Lecco), Marco Ripamonti (Milano), Pippo Bozzolo (Varese e Verbania) e lo stesso Raineri (Bergamo), la nuova commissione da lui formata è composta da 6 membri di cui 4 targati Sondrio (e 3 sono dello Sci Club Alta Valtellina), 1 Piacenza ed 1 Bergamo o meglio Clusone che sembra diventato l’ombelico del mondo. E le altre società e province dove sono finite?
Di questa situazione il mondo del fondo è venuto a conoscenza solamente perché Raineri (foto) ha inviato agli allenatori e ai responsabili delle società delle Alpi Centrali una lettera “per salutare e ringraziare per la collaborazione di questi due anni e, approfittando dell’occasione, metterli a conoscenza di una situazione che perdura da tempo e che sentiva la necessità di chiarire”. In particolare c’è questo punto della lettera che va sottolineato, che esula dalle considerazioni che personalmente potrei avanzare.
“Evidentemente chi esprime il proprio pensiero non è gradito a chi è tornato ad amministrare il fondo in Alpi Centrali al punto che credo di essere stato l’unico allenatore in AC a cui, nonostante le mie esperienze prima come atleta e poi come tecnico sia a livello locale che internazionale, la frequenza alla Facoltà di Scienze Motorie ed il titolo di allenatore di terzo livello, sia stato richiesto il curriculum (che metto per conoscenza in allegato), cosa che, pur considerando assolutamente legittima, mi chiedo quante volte sia stata utilizzata come prassi nel nostro sport e per quanti tecnici che mi hanno preceduto (e a chi mi ha seguito) sia stata applicata.
Ormai stanco di queste situazioni ritengo che, al di là del buonsenso, ognuno possa avere opinioni diverse rispetto alla mia persona ed al mio operato, senza però falsare i fatti e screditarmi come allenatore e soprattutto come persona come purtroppo invece avvenuto……
A quanto descritto va aggiunto il recente tentativo di Barzasi di farmi espellere dal progetto giovani, ennesimo episodio che mi spinge a non avere alcuna considerazione per questa persona per la quale non riservo alcun rancore, ma che per me eticamente e moralmente non esiste e per la quale gradirei la cosa fosse reciproca” .
Un’anticipazione di questa lettera, ma più particolareggiata e con precisi riferimenti a persone e fatti, è stata inviata anche a Flavio Roda, presidente della Fisi. Il Comitato regionale è autonomo rispetto alla Federazione, ma deve comunque adeguarsi alle decisioni della stessa. E certamente non lo ha fatto in occasione dei primi due raduni del Progetto FuturFisi per i quali le Alpi Centrali hanno convocato meno atleti di quanti avrebbero potuto portare per contingente. Inoltre, per quanto riguarda i tecnici, in occasione del primo collegiale non ha mandato nessuno, mettendo anche in difficoltà quelli del progetto per ragioni logistiche come il trasporto degli atleti (situazione risolta grazie al pulmino prestato da uno ski college).
Premesso che i raduni del Progetto Giovani sono validi come aggiornamento per gli allenatori al secondo modulo, sono stati convocati invece Ermanno Carrara (solo maestro di sci) e Tito Romani (nemmeno maestro) ma che guardacaso sono rispettivamente dello Sci Club 13 Clusone e Sci Club Alta Valtellina.
Come direbbe qualcuno, “la domanda sorge spontanea” : con quali criteri si decide la partecipazione degli atleti (vista la possibilità di rotazione data dal Progetto Giovani) e dei tecnici e perché anche altre persone che ne avrebbero i titoli ed il diritto non vengono convocati?.
L’ultima trovata di Barzasi è recentissima: il raduno della squadra di fondo a Clusone per dei test in contemporanea con il raduno degli sci club bergamaschi che quest’anno ha avuto luogo a Roncobello, e il campionato italiano di skiroll in salita a tecnica classica che ai suoi atleti sarebbe potuto servire come confronto e avrebbe dato maggiori indicazioni che non quelle riscontrate a Clusone.
Per qualcuno, come Giulia Malagoni, che fa parte amche della nazionale di skiroll e in classico e in salita non trova avversarie, ha significato la perdita certa di un titolo tricolore. Che sarà magari poca cosa, ma serve a dare morale e resta pure negli annali. Che di Barzasi, “padre nobile” mancato, registreranno solo la smania di protagonismo. Se si è arrivati al punto che uno mite e bonaccione come Fabjo Maj si arrabbia, significa che anche l’indecenza deve avere un limite.
Ma si ricorderà invece Marchino Ripamonti (foto) che da Barzasi aveva ereditato un fondo allo sbando e, con Raineri, lo sveva riportato di nuovo in alto. Purtroppo, per impegni di lavoro e vista la brutta aria di compromessi che tirava, si è ritirato dalle elezioni dopo essersi candidato e aver la certezza della riconferma. Lo si rimpiangerà (nella foto sopra la “sua” squadra di fondo).