Home > Notizie

Fisi, Informatica System, Carraro e avv. Rossello: un caso da Corte dei Conti

E’ difficile far perdere le staffe al poltronissimo Franco Carraro (nella foto con il vice commissariocol. Parrinello), ma ci sono riusciti quei presidenti di comitato – in primis quello del Piemonte – che un giorno gli chiesero conto dell’inerzia della sua vice avv. Cristina Rossello, la quale aveva anche disertato due incontri con il rappresentante di Informatica System e non aveva fatto opposizione al decreto ingiuntivo che imponeva alla Fisi di versare all’azienda piemontese la bellezza di 467 mila euro. Nessuno tocchi la Rossello – si inalberò il commissario straordinario della Fisi imposto con tanta solerzia e tempestività dal Coni – nessuno metta in dubbio la sua correttezza e la sua competenza. La questione è nota a tutti i presenti e si spera sia anche a verbale.
Perché l’ex campione di sci nautico ha perso il suo aplomb da lord de noartri? Allora non era chiaro, ma oggi ci viene in soccorso la cronaca, che ha inopinatamente acceso i riflettori proprio sulla signora avvocato. Scopriamo così che Cristina Rossello è segretaria del patto di sindacato degli azionisti di Mediobanca (che non è più il salotto buono della finanza dei tempi di Enrico Cuccia, ma ha comunque le mani in pasta in parecchi affari) ed è stata legale di Jonella Ligresti, figlia di Salvatore. I quotidiani sono stati un po’ parchi di notizie su questa vicenda, ma bisogna capirli: gran parte degli editori o fanno parte di Mediobanca o con essa in qualche modo sono indebitati. E la maggior parte dei giornalisti italiani tiene famiglia.

Come scrive Dagospia, un curriculum che fa impressione: avvocato patrimonialista con studi a Milano, Roma, Bruxelles e clienti del calibro di Ferruzzi, Moratti, Ferragamo, Zegna, Ferrero, Rai, Lega calcio, Berlusconi (cura l’atto civile di separazione dall’ex moglie Veronica Lario); segretaria del patto di Mediobanca, prima donna a sedere nel board di Spafid (la cassaforte dell’istituto). E ancora: consulente della Camera – con qualche conflitto d’interesse curando gli interessi matrimoniali del Cavaliere -, per la riscrittura delle norme di legge sulla legittimità nell’eredità; animatrice della Fondazione “Donna e Futuro”. Chiaro che non avesse tamto tempo per occuparsi dei problemi della Fisi.
Comunque dalla cronaca abbiamo pure appreso che nella cassaforte dello studio dell’avv. Rossello ci sarebbe stato un “papello” che non avrebbe dovuto esistere: si tratta di un accordo per favorire la famiglia Ligresti nella cessione di Pemafin alla Unipol, senza passare attraverso un’Opa (offerta pubblica d’acquisto). Operazione autorizzata a patto che la famiglia di don Salvatore non ricevesse utilità che avrebbero danneggiato gli altri azionisti, già penalizzati da una gestione non esattamente esemplare.
 Il “papello” è stato sequestrato dai magistrati, ma Jonella Ligresti aveva tanta fiducia nei vertici di Mediobanca e nel segretario del patto di sindacato, che è andata nello studio dell’avv. Rosello per farsi dire per filo e per segno cosa avrebbero ricavato lei e la sua famiglia dalla vicenda Unipol. E con un microfono nascosto (si mormora nel reggiseno) ha registrato tutta la conversazione. Fidarsi è bene, ma la signora Jonella ha preso ugualmente le opportune contromisure.
Questa vicenda ci fa capire alcune cose. Il poltronissimo, che nelle sue numerose presidenze ha avuto modo di richiamare su di sé l’interesse della giustizia sportiva e di quella ordinaria, si destreggia molto bene nel mondo bancario, che gli ha versato compensi sicuramente meritati. Esemplare l’episodio che consentì alla Lazio di iscriversi al campionato 2002-2003 malgrado un debito di 110 milioni: “Al mattino Carraro, nelle vesti di presidente di Mediocredito, garantì la ricapitalizzazione, mentre la sera stessa, nelle vesti di presidente federale, ne certificò l’iscrizione” si legge su Wikipedia.
Stessa faccia, stessa razza, recita il proverbio. Sul libro paga di una banca Carraro, su quello di un’altra Rossello (foto). Accomunati anche per alcuni mesi ai vertici della Fisi, grazie ad una sentenza che meriterebbe la pubblicazione. Non in un massimario o su un manuale di giurisprudenza: sulla settimana enigmistica.  Tra i rebus e le sciarade per la comprensibilità, nelle pagine del buonumore per il contenuto.
Ciononostante il Coni ne ha fatto il pretesto per commissariare immediatamente la Fisi e dare il benservito a Morzenti. Punendo così quella Fisi che sfuggiva allo schema che da decenni ha incrostato lo sport italiano, governato sempre dalle stesse facce ormai incartapecorite, che si scambiano le poltrone, le stanze, magariavv rossello scrivania le segretarie. Ma il Coni ormai è cosa loro.
La prova? Basta leggere “la Repubblica” del 27 luglio, a pagina 49. Il presidente del Coni, Petrucci, che a suo tempo aveva contestato il premier Monti per non aver dato l’appoggio alla candidatura di Roma per le Olimpiadi 2020, oggi fa marcia indietro e riconosce che “lo sport non è la cosa più importante considerando la situazione del paese”. Già, ma intanto ha mercificato lo sport, tanto che gli atleti italiani saranno i meglio retribuiti in caso di medaglia: dieci volte più dei tedeschi, la cui economia non traballa come la nostra.
Davvero una decisione esemplare. Ma fin qui si potrebbe pensare ad insipienza, a distacco dalla realtà di persone che vivono da sempre nel sottobosco del potere. Petrucci è a fine mandato e cosa dichiara? “Tornerò alle Olimpiadi col basket”.
Quindi Petrucci non andrà in pensione, anzi sa già che assumerà la presidenza della federazione Basket. E, probabilmente, sa già chi sarà il suo successore al Coni. Tanto se le elezioni vanno male c’è sempre qualche club romano che fa ricorsi su ricorsi fino al commissariamento. E poi ci si chiede perché il numero delle tessere (almeno di quelle vere) nelle federazioni sportive crollano. Bisogna proprio essere stolti per pagare e farsi prendere in giro, o no?
Petrucci e il segretario Pagnozzi dovrebbero spiegare a tutti gli iscritti Fisi perché a suo tempo hanno nominato Carraro: intercettato mentre chiedeva al designatore degli arbitri di favorire la Lazio fu squalificato dalla Caf per 4 anni e 6 mesi, condanna poi edulcorata in appello con una multa di 80 mila euro. Ma come, il Coni che vuol rifarsi una verginità in materia di correttezza sportiva poi nomina commissario un “già assolto” della giustizia sportiva?
Petrucci, Pagnozzi ci andate da soli o dobbiamo proprio mandarvici?
A proposito di giustizia. Quella contabile che fa? Indaga? Dorme?
La Fisi ha sborsato 400 mila euro – sottratti all’attività sociale e sportiva – alla Informatica System poiché l’avv. Rossello ha disertato gli incontri e il poltronissimo non ha firmato l’opposizione al decreto ingiuntivo. Questo è un danno erariale materiale, chi ha sbagliato dovrebbe risarcire. Ma deve risarcire tutto: perché oltre al danno emergente, ci sono le spese sostenute dalla federazione per far fronte al disastro.
 E c’è di più: la Informatica System avrebbe dovuto fornire un sistema informatico che ancora non c’è. Bisognerà acquistarlo, e costerà circa 200 mila euro. Sotto la presidenza Morzenti, la trattativa era a buon punto: con 250 mila euro si poteva raggiungere una transazione soddisfacente, che comprendeva anche la fornitura del sistema informatico (in pratica si otteneva uno sconto di 150 mila euro sul contratto originario e non si pagavano penali). Ma tutto si è fermato grazie alla ineffabile sentenza e al successivo commissariamento.
Carraro si è preoccupato di cambiare lo statuto Fisi infischiandosene dei club, scippando la sovranità all’assemblea e fregandosene di un decreto ingiuntivo da 467 mila euro. E’ comprensibile: lui che ha passato pochi giorni in Fisi, mica deve mettere mano al portafoglio, a quello ci pensano i tesserati.
A meno che la Corte dei conti non si svegli, magari su denuncia dei revisori dei conti, e applichi quella legge che è uguale per tutti, e che non dovrebbe generosamente risparmiare i poltronissimi e tutti quei soci del club dei privilegi, quello che corrivamente le malelingue chiamano “cricca”.  Li abbiamo sopportati pazientemente per decenni, ora è il caso di dire basta!

Share:

Ti potrebbe interessare

Image
Image
Image