Mer, 18/07/2012 – E’ stato siglato l’accordo fra la Federazione Italiana Sport Invernali e Teva Italia, l’azienda israeliana leader mondiale di farmaci equivalenti, che supporta in qualità di main sponsor il progetto interdisciplinare FuturFisi, che aveva preso il via ufficialmente lo scorso 20 giugno. L’accordo è stato firmato presso gli uffici di Teva Italia, ad Assago.
FuturFisi rappresenta una nuova frontiera nella crescita e nella preparazione dei giovani atleti ed è un progetto sostenuto anche dalla Preparazione Olimpica del Coni.
Il progetto interdisciplinare interessa tutte e dieci le discipline olimpiche gestite dalla Fisi e mira a creare sinergie nella preparazione e nell’educazione sportiva dei ragazzi fra i 15 e i 20 anni. L’obiettivo è quello di creare squadre giovanili più aperte e più collegate ai Comitati Regionali e al territorio. Le metodologie d’allenamento sono però uniformate a quelle delle squadre maggiori, con l’obiettivo di avere dei giovani talenti più preparati dal punto di vista atletico e tecnico, ma anche sotto l’aspetto comunicazionale e della gestione della propria immagine. A questo proposito, tra Teva e Fisi sarà creato un project team che assicurerà a FuturFisi la massima visibilità e un forte impatto mediatico.
I punti cardine del progetto sono: interdisciplinarietà, tempi medio-lunghi per la crescita degli atleti, sostenibilità economica (FuturFisi richiede un investimento complessivo di circa 700mila euro, che saranno quasi integralmente coperti da sponsor privati e dal Coni), trasparenza, coinvolgimento del territorio, individuazione e sostegno dei “talenti”, formazione ed aggiornamento dei tecnici.
L’accordo è stato firmato dal presidente di Teva, Giorgio Foresti, e dal presidente Fisi, Flavio Roda. Presidente di FuturFisi è il consigliere federale Dante Berthod, Roberto Manzoni ne è il coordinatore tecnico e Giovanni Gabrielli il referente per la comunicazione ed il marketing.
I responsabili tecnici di FuturFisi sono: Devid Salvadori per lo sci alpino maschile, Heini Pfitscher per lo sci alpino femminile, Marco Selle per il fondo, Moreno Montello per il biathlon, Karl Damian per lo slittino, Marco Mazzonelli per snowboard e freestyle, Andrea Longo e Arrigo Dalla Mea per salto e combinata nordica, Antonio Tartaglia per il bob e Omar Sacco per lo skeleton. Gli atleti coinvolti sono ad oggi 127.
Pubblichiamo con soddisfazione questo comunicato per il semplice fatto che, pur in tempi di crisi, conferma la disponibilità economica per FuturFisi, già assicurata del resto dal presidente Roda il giorno della presentazione del progetto ma legata ovviamente alla firma dell’accordo, avvenuta ieri, ma tuttavia operativo da qualche settimana. Il fondo, infatti, non ha perso tempo e aveva tenuto il suo primo “camp” a Falcade, del quale pubblichiamo alcune foto significative, mentre il secondo è in programma in Val di Fiemme dal 6 al 10 agosto, approfittando delle strutture che sono state predisposte per i Mondiali dell’anno prossimo. Aumenteranno le presenze: più di 100 i partecipanti in quanto ai fondisti (i soliti 20 selezionati e quelli indicati dai Comitati) si aggiungeranno 15 biathleti e una dozzina di combinatisti. E questa è un’implicita conferma della validità della formula dell’interdisciplinarietà sulla quale è basata questa iniziativa concordata fra Fisi, Coni e Teva.
Per l’occasione Marco Selle, responsabile del progetto, mobiliterà l’intero apparato formato dai tecnici Pierluigi Costantin, Francesco Semenzato, Raffaele Matli, Manuel Tovagliari e dalla fisioterapista Claudia Rocca, che un primo obbiettivo l’ha già raggiunto: quello di attenersi pienamente alle linee guida del progetto, e cioè di impostare preparazione e programmazione con una tecnica univoca alla quale dovranno adeguarsi comitati regionali e sci club attraverso i loro allenatori che vengono appositamente invitati a questi camp. Finalmente, dopo tanti anni, non si va più a ruota libera: c’è il progetto, che è stato concepito in comunanza di intenti, e in quanto tale lo si può magari discutere ma va seguito. L’anarchia è bandita.
C’è un dato di fatto da cui partire: in generale un livello tecnico piuttosto basso. Passi fondamentali da reimpostare, da assimilare. C’è ancora chi fatica a distinguere il lungo dal corto. Non emerge nessun talento. Aspetti negativi che vanno progressivamente smussati attraverso un’apposita didattica studiata e applicata da persone che sono sicuramente competenti e svolgono il loro lavoro con passione. Al loro fianco gli allenatori invitati con gli atleti che dovranno renderne partecipi, a cascata, i rispettivi comitati regionali e gli sci club.
Oltre alla tecnica e ai sistemi di allenamento, quello che si vuol far capire agli atleti è che si migliora e si arriva in alto se c’è voglia di allenarsi, se ci si innamora dello sport che si pratica, che l’autodisciplina è essenziale, che ci deve essere spirito di squadra, che si deve imparare a rapportarsi con gli altri. Non per niente sono stati mescolati in camera al di fuori degli abituali compagni. Se veramente hanno capito l’obbiettivo che si intende raggiungere con questi camp, porteranno a casa, con tante nuove idee, anche l’incentivazione a migliorarsi.
A Falcade si sono prese le misure; nel prossimo camp, se necessario, si provvederà a qualche aggiustamento. Sono stati 4 giorni di lavoro molto intensi per i 60 ragazzi delle categorie Allievi ed Aspiranti presso lo Ski College, un giorno in più per i 15 ragazzi della squadra junior. Da parte loro i tecnici della Fisi, in collaborazione con i tecnici dei comitati e degli sci club, hanno lavorato sulla tecnica, effettuato i test funzionali, “skirollato” (anche sotto la pioggia), partecipato a convegni nei quali sono intervenuti il medico del settore fondo Filippo Ballestreri che ha parlato di alimentazione ed integrazione alimentare, il coordinatore di FuturFisi Roberto Manzoni e Gabriella Paruzzi che hanno illustrato il progetto e parlato del “sogno” che spinge i giovani atleti verso un futuro da campioni.
La Paruzzi, rieletta consigliere federale in rappresentanza degli atleti, costituisce la miglior dimostrazione di come, da ragazzina promettente (quarta classificata nei Giochi della Gioventù 1980), si possa poi arrivare all’oro olimpico e alla Coppa del Mondo. Era l’undicesima edizione, Vinse la trentina Consuelo Simion, mentre in campo maschile si impose l’altoatesino Fritz Passler. Non diedero continuità a questo successo, mentre fecero strada Fabio Maj, secondo con la staffetta delle Alpi Centrali, Fulvio Valbusa e Stefania Belmondo. Tutti campioni.
Stefi sarebbe poi diventata una delle più grandi fondiste di tutti i tempi. Battuta però dalla Paruzzi a Salt Lake City nella 30 km olimpica, distanza a lei congeniale, mentre non è mai riuscita a vincere la Coppa del Mondo che andò per due volte a Bente Skari Martinsen: una volta a parità di punti ma con maggior numero di vittorie, l’altra per un solo punto di vantaggio.
Una carriera, quella di Gabriella, costruita nella fase iniziale all’ombra delle due primedonne del fondo, Di Centa e Belmondo, e poi decollata anche quando ha trovato sulla sua strada Marit Bjoergen, la norvegese subentrata alla connazionale Skari e che detiene il record delle vittorie di Coppa: 55 individuali e 25 di squadra. Tre Coppe del Mondo assolute dopo la prima che si era aggiudicata la Paruzzi nel 2004. L’anno in cui si impose anche nella Marcialonga. Il suo intervento, assai applaudito, è servito a mo’ di insegnamento. Altrettanto avverrà nel prossimo raduno, quando si terrà una “serata olimpica” con le tre medaglie d’oro espresse dalla Val di Fiemme: Franco Nones (30 km Grenoble 1968), Giorgio Vanzetta (staffetta Lillehammer 1994 con De Zolt, Albarello e Fauner), Cristian Zorzi (staffetta Torino 2006 con Valbusa, Di Centa, Piller Cottrer).
Siglato, e già in atto, l’accordo fra Teva e Federazione per FuturFisi
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