I numeri, a volte, si commentano da soli. In fatto di quantità, ma anche di qualità, possono contrassegnare la riuscita o meno di un’iniziativa, di una manifestazione. Applicati alle elezioni del Comitato regionale Alpi Centrali (nella foto il logo del sito) che si sono tenute sabato scorso a Milano confermano, semmai ve ne fosse ancora bisogno, che la disaffezione nei confronti della gestione degli sport invernali, nazionale o regionale che sia, da latente che era si è fatta palpabile. A Milano la si poteva quasi toccar con mano, evidenziata dal numero (scarso) e dal disinteresse (evidente) dei presenti che avevano una sola preoccupazione: quella che si arrivasse in fretta al voto in modo di tornarsene a casa senza perdere altro tempo. Su 204 società ne erano presenti 141, di 32.000 voti ne erano rappresentati 15.200 in gran parte delegati.
Lo sci di fondo, che aveva avvertito “a naso” l’aria che spirava, era praticamente assente; manco rappresentata una società “storica” come lo sci club Alta Valtellina e neppure l’emergente Polisportiva Le Prese, che sta diventando un vivaio anche per la nazionale. La Valsassina in un angolo, imbufalita. Due candidati, il precedente responsabile Marco Ripamonti (eletto nella passata tornata a furor di popolo) e Pier Filippo Bozzolo ritirati ancor di prima di cominciare. Sapevano come sarebbe finita: male, non certamente per loro, ma per il movimento.
E i voti, di per se stessi, sono risultati impietosi: il candidato unico alla presidenza, Carmelo Ghilardi, ne ha ottenuti 15.654, pari all’80,9 % delle preferenze espresse in proprio o per delega, equivalenti a meno della metà dei voti disponibili, quando alle precedenti elezioni a Claudia Giordani ne andarono 12.795 e allo stesso Ghilardi 12.469. Un tracollo, nel giro di soli 2 anni, che necessiterebbe di una spiegazione meno ovvia di quella che solitamente si addebita alla crisi economica che investe tutto il paese.
A mancare, più che i soldi, sono la credibilità e il modo di operare delle istituzioni e di chi le rappresenta. Sempre gli stessi, compresi i dimissionari che avevano provocato la caduta del precedente consiglio e che sono tornati regolarmente in pedana portatori delle stesse idee trite e ritrite ma comunque inconcludenti. Nessun giovane fra i candidati; il meno “annoso”, il lecchese Luca Donegana che ha tenuto a precisarlo nei 2 minuti concessi per ogni intervento, ne ha quasi 38. Appassionato, volonteroso, propositivo, anche polemico quando è il caso, ma non di primo pelo, dunque.
Al di là del presidente, ne è uscito un consiglio (vedi sotto) che è quasi la fotocopia del precedente e ha poi distribuito le cariche al suo interno. Più per clientelarismo e quieto vivere che in base a competenza e risultati ottenuti. Sicuramente gente che lavora, ci mette presenza, indiscutibile im pegno e magari paga di tasca propria, ma questo non significa che risulti produttiva e all’altezza del compito. E’ il caso di Franco Zecchini, padre padrone dello sci alpino che pensa solamente ai vertici e viene contestato da sci club come Goggi , Lecco , Radici e Brixia, che sono 4 delle prime 5 società delle Alpi Centrali e tra le prime 50 in Italia . Ci sarà pure un motivo, al di là del campanilismo dei rispettivi presidenti….
Ignorata come sempre Daniela Zini, una vincitrice di gare di Coppa del mondo, maestra e allenatrice che vorrebbe cambiare l’approccio allo sci alpino in favore di una minore specializzazione precoce e non trova possibilità di dialogo. Sarà forse per colpa propria, ma questo non deve costituire motivo di emarginazione. Come del resto è avvenuto con Claudia Giordani, precedente presidente, che puntava al dialogo ma veniva boicottata.
C’è da augurare a Carmelo Ghilardi che trovi maggior fortuna e che riesca, come si è proposto, “a valorizzare il ruolo di tutte le società e dei comitati provinciali che lavorano sul territorio per far crescere il movimento, ad assicurare continuità agli ottimi risultati agonistici conseguiti in questi ultimi anni e, cosa non secondaria, a ritrovare quella considerazione e visibilità a livello nazionale che spetta alle Alpi Centrali. Dimostrata nel “Progetto giovani” presentato dal presidente della Fisi, Flavio Roda, nel quale il Comitato è rappresentato da quasi il 20%”.
Quanto ai punti qualificanti del suo programma, Ghilardi aveva specificato alcune priorità: attività agonistica giovanile (nuovi regolamenti, calendari, circuiti), tesseramento (differenziazione e diminuzione del numero delle tessere necessarie), assicurazione (che risponda puntuale in caso di bisogno), comunicazione e marketing (per far crescere il movimento e contare su maggior sostegno), attività ricreativa (per farsi conoscere e sviluppare nuove opportunità di finanziamento), rapporti con la scuola (più incisivi, con nuovi progetti e più confronto) perché si riportino i giovani a praticare gli sport invernali come avveniva in un passato non lontano.
Semplici enunciazioni di principio o precisa volontà operativa che richiede prese di posizioni decise e impopolari se necessario? Perché si avverino, potrebbe capitare di mettersi di traverso alla federazione se dovesse respingere certe istanze della base.
Questo, dunque, il nuovo direttivo regionale: presidente: Ghilardi Carmelo; vice presidente vicario: Zecchini Franco; vice presidenti: Moro Corti Giuseppina e Buffoni Gian Luigi; segretario: Pedrazzini Claudio; comissione fondo: Barzasi Giuseppe e Vanoi Alessandro (al centro della foto); commissione sci alpino: Zecchini Franco; giudici di gara: Bocchiola Marco.
A meno di una nuova “implosione”, è con questa dirigenza che le Alpi Centrali devono predisporsi all’approccio alla nuova assemblea elettiva federale della Fisi che si terrà fra meno di due anni, dopo le Olimpiadi di Sochi. Un appuntamento che, purtroppo, è sempre stato affrontato dal Comitato con lo spirito masochistico del marito che si taglia le palle per far dispetto alla moglie. E cioè presentandosi regolarmente diviso e ovviamente soccombente invece che dettare la linea in proprio come avveniva nei tempi d’oro della Fisi. Quando ne costituiva la spina dorsale anche senza rivestirne la presidenza, ma da padrone in casa propria.
Questione di uomini, di nani e ballerine, come è avvenuto in politica con gli uomini del Nord che hanno preso la strada della capitale per farsi gli affari propri o del partito ma non del territorio, piuttosto che di gente con debita competenza e gli attributi al posto giusto. Fatte le debite proporzioni, la situazione non è tanto diversa. Non basta la passione, ci vogliono specifiche competenze e carisma. Che mancano.
Quanto al fondo, è ridotto alla barzelletta del “nuovo che avanza”. E’ tornato in scena Giuseppe Barzasi (foto), sconfessato dalle urne nella precedente elezione, tanto da essere sostituito da Ripamonti, e si era poi dimesso anche da vice presidente. Poteva sempre restare nel giro ma defilarsi interpretando il ruolo del “padre nobile”, e gli è stata invece riaffidata la commissione anche se le società del settore non lo hanno certamente votato. Lo provano l’11° posto (come allora) e i 7.049 mila voti ottenuti fra i fra i consiglieri laici contro i 16.457 e il 3° posto di “Marchino” (foto sotto) nel 2010 quando lui di voti ne aveva totalizzati 10.248.
Lo affianca Alessandro Vanoi, maestro dello sport attualmente segretario generale dello sci nautico, che fra gli uomini della Fisi è stato il direttore agonistico più vincente. Responsabile della squadra A maschile dal 1990, direttore agonistico della squadra maschile dal 1992 e dal 1998 anche di quella femminile, fra 3 Mondiali e 4 Olimpiadi ha portato a casa più di 20 medaglie. Le ultime 5 (oro e argento di Stefania Belmondo, oro di Gabriella Paruzzi, argento della staffetta maschile e bronzo di Zorzi nello sprint) a Salt Lake City. Dopo le olimpiadi americane il presidente Coppi lo sostituì con Albarello, mandandolo al Toroc, il comitato organizzatore di Torino 2006, dove venne incaricato di sovrintendere alla “venue” di Pragelato.
Quale sarà la sua posizione effettiva in questa commissione bicefala come i consoli che esercitavano il supremo potere civile e militare nell’antica Roma? Da mente, da braccio operativo o da badante ? A scanso di equivoci, ci piacerebbe che lo si mettesse in chiaro prima di cominciare, e così pure si specificasse, senza perdere tempo, se l’allenatore sarà ancora Gianluca Raineri, uno dei pochissimi 3° livello “civili” che ha rilanciato il fondo delle Alpi Centrali riportandolo ai livelli che gli competono ma è inviso a Barzasi.
I risultati delle elezioni:
Presidente
Carmelo Ghilardi con 15.654 voti
Consiglieri laici
1. Zecchini Franco 12.348
2. Dorigatti Raffaele 11.081
3. Rocca Andrea 10.955
4. Denti Fausto 10.458
5. Doleni Luca 10.087
6. Ranisi Fabrizio 8.757
7. Bocchiola Marco 8.743
8. Maculotti Walter 8.659
9. Buffoni G.Luigi 8.050
10. Prini Roberto 7.189
11. Barzasi Giuseppe 7.049
12. Moro Corti Giuseppina 6.944
13. Pedrazzini Claudio Maria 6.874
14. Vanoi Alessandro 6.839
Atleti
1. Arsuffi Licia 1.136
2. Galli Omar 1.006
3. Cattaneo Ermanno 782
4. Zini Daniela 544
Tecnici
1. Bettineschi Luca 167
2. Vitalizi Roberto 122
Hanno preso voti anche:
– Bazzoni Dario 6.783
– Cozzi Marco 6.433
– Donegana Luca 5.791
– Vertemati Federico 5.656
– Arrigoni Natale 5.614
– Malvezzi Roberto 4.571
– Maurizio Paolo 4.256
– Rodolfi Carlo 3.528
– Chiodelli Dario 3.101
– Castiglioni Franco 2.835
– Bozzolo P.Filippo 693 (Ritirato)
– Ripamonti Marco 174 (Ritirato