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FISI: Morzenti dice la sua sul decreto ingiuntivo di Informatica System

Nei giorni scorsi il Consiglio Federale della FISI ha comunicato di aver dovuto procedere alla transazione di 400.000 € nei confronti di Informatica System, per risolvere definitivamente un contenzioso che quasi certamente nel tempo avrebbe visto ancora aumentare l’indennizzo dovuto dalla Federazione alla controparte, indennizzo già al momento ammontante a 467.000 €.
Ad essere risolta in questo modo è così una vicenda risalente al 1998 quando, sotto la gestione di Gaetano Coppi, la FISI si trovò invischiata nel mancato pagamento della progettazione e realizzazione (peraltro mai avvenuta!) del portale-online inerente il Comitato AOC.
Una vicenda alla quale, secondo la nota diramata al riguardo dalla FISI stessa, «nel corso degli anni e delle relative gestioni della Federazione, probabilmente a causa di una sottostimata percezione degli impatti generati da questa controversia e delle scelte compiute in ordine allo sviluppo del procedimento giudiziale instaurato, non si  è dato seguito in maniera risolutiva, lasciando così che, con il passare del tempo, l’importo del debito continuasse ad aumentare in misura rilevantissima a causa della maturazione di interessi, di spese legali e degli oneri conseguenti».
In questo modo il debito vantato da Informatica System nei confronti della FISI sarebbe venuto crescendo dai 260.000 Euro iniziali ai 467.000 attuali, imponendo di fatto alla FISI stessa, sotto ingiunzione del Tribunale di Torino, la decisione di «procedere al pagamento onde evitare la maturazione di ulteriori interessi, spese ed ulteriori danni per la Federazione».
L’accusa alle gestioni successive a quella di Coppi di aver sottovalutato la situazione, viene tuttavia respinta con decisione dall’exavv cristina rossello1 presidente della Fisi Giovanni Morzenti: “Senza voler in alcun modo interferire nella gestione attuale della Federazione, credo che agli addetti ai lavori, vale a dire ai consiglieri federali e presidenti regionali in primis, sia nota e chiara. Durante la mia presidenza, lungi dal non occuparsi del problema, il Consiglio Federale, pur continuando a difendere le proprie ragioni sul piano giudiziario, aveva contemporaneamente avviato con Informatica System una trattativa. Con il risultato pratico che si era riusciti  a fissare in 160.000 € la cifra congrua da versare alla suddetta società, in cambio non solo della rinuncia da parte sua all’azione giudiziaria intentata, ma anche della progettazione/realizzazione da parte della stessa azienda del portale-online originariamente commissionato dalla FISI. Informatica System aveva richiesto una cifra ben superiore, ma la volontà di trovare un punto d’incontro su basi economiche di interesse reciproco era nei fatti”.
Se le cose stessero davvero in questo modo – e a testimoniarlo ci sarebbero i verbali ufficiali delle sedute del Consiglio Federale dell’era Morzenti – una domanda sorge spontanea: per quale ragione la trattativa non si è conclusa e chi ne ha determinato concretamente questo esito che rischia di vanificare lo sforzo di risanamento di bilancio portato avanti dalla FISI in questi anni? La risposta è semplice: protagonista in negativo di questa geniale operazione sembrerebbe essere la “squadra” del commissario straordinario  Carraro (foto sotto) che, nominata dal CONI, non solo non ha dato il giusto peso alla questione, ma addirittura ha eluso ben  due appuntamenti con Informatica System, in quanto il commissario avv. Rossello (nominato quale esperto legale) non si è fatto trovare (foto sopra).
Ma c’è di più: la trattativa si sarebbe potuta concludere felicemente se ci si fosse premurati di impugnare il decreto ingiuntivo di 470.000 € emesso al riguardo dal Tribunale di Torino, consentendo così al provvedimento di non diventare esecutivo.
“È del tutto evidente – spiega ancora Morzenti – che questo esito disastroso per le casse della FISI appare dovuto a una precisa scelta o a un’incauta omissione. L’attuale Consiglio Federale, forse, non poteva che prenderne atto, agendo di conseguenza. Comunque c’era pur sempre la possibilità di avviare una trattativa economica e di servizi. Ovvio che su questo tema ci si aspetta che chi elargisce i soldi si preoccupi anche di controllare!”
 “Ovviamente noCarraro fisi 02n spetta a me – conclude Morzenti – individuare le responsabilità giuridiche, ma credo che sulla questione sarebbe giusto fare chiarezza, anche per tutelare il lavoro pregresso e l’immagine della FISI, che rischia di essere messa a repentaglio proprio dal pressapochismo”.  
A questo punto, stando così le cose, potrebbe essere davvero utile – e opportuno – un intervento sulla vicenda da parte della Magistratura contabile. Torna infatti di piena attualità quanto scritto su questo sito in prima battuta, il 25 giugno, nell’editoriale dal titolo “La FISI e un decreto esecutivo da 400 mila euro: chi paga il danno?”. Verifiche specifiche in materia risulterebbero decisive per chiarire la situazione e consentirebbero alla FISI di disporre un’azione di responsabilità su chi ha improvvidamente creato questo comunque irreparabile danno finanziario e di immagine alla Federazione.  
Altrettanto significativo il successivo editoriale del 2 giugno con il quale si invitava il presidente Roda a prendere le distanze dal Coni. Che si è dimostrato del tutto inaffidabile dopo le iniziative “punitive” che si è assunto  nei confronti della FISI. Le elenchiamo: 1) Ha fatto cadere una Presidenza e un  Consiglio federale sulla base di un esposto “politicamente pilotato” ma senza alcun fondamento pratico in quanto le elezioni si erano svolte con le stesse modalità delle precedenti e il risultato non ne è stato per nulla inficiato. Al riguardo, se vogliamo metterla in politica, c’è l’esempio della Regione Lombardia da sottolineare. La Giunta, eletta con il listino del presidente Formigoni sostenuto da voti accertati fasulli, è tuttora in carica. Se ne sta occupando la Magistratura milanese. 2) Ha preso per buona un’istruttoria condotta in modo risibile. 3) Ha predisposto una gestione commissariale che è salita in bicicletta ma si è ben guardata dal pedalare. 4) Quando si è presentato il  caso del decreto ingiuntivo, ci si è ben guardati dall’intervenire.
Con il risultato di una maggior spesa di 200 mila euro. Che deve pagare la FISI di Roda quando dovrebbero invece essere addossati ai Commissari che disponevano di 350 mila euro  e non li hanno sborsati evitando così il decreto ingiuntivo.  E, se non a loro, di certo a chi li ha nominati compiendo un errore madornale. Un giro contorto che riporta sempre al Coni e alle manovre della politica romana che fa sentire il suo peso anche nel campo dello sci.
 Sarà un peccato pensarlo, ma tutto questo fa credere che ci si sia mossi fin dall’inizio con un obbiettivo ben diverso da quello dichiarato. E cioè far professione di buoni principi poiché questo avrebbe tolto di mezzo un personaggio sicuramente controverso come Morzenti, ma scomodo per il Coni in quanto, imitando il suo lontano predecessore avv. Gattai, avrebbe potuto puntare alla presidenza del Comitato olimpico italiano.
Eliminato con armi improprie, attaccandosi ad elezioni ritenute “taroccate” e a principi etici che hanno validità solo per lui e, per fare un altro esempio “politico”, non per mezzo parlamento dove, grazie ai compromessi di cui la casta beneficia, non si riesce a mandare in galera neppure chi è stato preso con le mani nella marmellata. E dove si è ricostruito una verginità anche chi, a suo tempo, da segretario generale poi divenuto presidente, ha sostenuto quel “doping di stato” passato per l’Università di Ferrara e che al Coni ha portato fior di medaglie olimpiche e mondiali.  Un bell’esempio a futura memoria.

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