23 APRILE – Sci nordico come scuola di vita in Val di Sole. E’ realtà, ormai, non una semplice affermazione di principio. La politica locale lo ha capito, il Comitato Trentino un po’ meno. Più sbilanciato verso la Val di Fiemme che su questo versante del Tonale, non ha lo stesso occhio di riguardo. Ma qui, fortunatamente, le amministrazioni comunali di Pellizzano, Ossana e Vermiglio hanno fatto la loro parte assicurando alle società sportive piena collaborazione, ottenendo risultati stupefacenti: tanto è vero che, pian piano, almeno per quanto riguarda salto e combinata nordica, si comincia ad insidiare l’egemonia dell’altra vallata . E con buoni motivi: non si può competere con un territorio che si è fatto una meritata fama con la Marcialonga e i Mondiali di sci nordico fra Lago di Tesero (fondo) e Predazzo (salto), e neppure vantare un Nones, primo oro olimpico del fondo, ma in queste specialità, rispolverando un buon passato, adesso si cerca di portarsi a ridosso almeno della Val Gardena, di Tarvisio e di Gallio.
Lo sci club Monte Giner può guardare avanti con orgoglio, ovviamente in proporzioni ben diverse, ma con risultati che a livello giovanile si cominciano a vedere almeno nella combinata e nel salto. Solo il fondo non ha ancora fatto il salto di qualità, ma ci sta provando. Ne avrebbe tutte le ragioni considerando che è qui, insieme alla Val di Non e a Castelrotto in Alto Adige, che fece il suo esordio quella “Settimana internazionale” che avrebbe aperto la strada alla Coppa del Mondo grazie alla spinta dell’indimenticabile Vladimir Pacl.
La ideò, con Claudio Battisti, Sergio Menegot e Bepi Aussendorfer, quel profugo cecoslovacco, segretario generale del Comitato olimpico del suo paese e ben inserito fra i boss del Comitato Fis del fondo, schierato sul piano politico a fianco di Dubcek , il primo segretario del partito comunista che si era proposto di riformare l’economia del paese. Abbandonando il centralismo imposto da Mosca, voleva che la Cecoslovacchia puntasse democraticamente al “socialismo dal volto umano” come venne definita allora l’articolazione pluralista del sistema politico cui si mirava, uscendo dal comunismo totalitario, duro e puro, vigente nei paesi al di là della Cortina di ferro, che sarebbe caduto solo 21 anni dopo a cominciare dall’Ungheria.
Vladimir si era rifugiato a Ronzone, il paese di cui Battisti era sindaco, e poi a Malè dopo che, il 20 agosto 1968 i carri armati russi stroncarono nel sangue l’insurrezione pacifica denominata “Primavera di Praga”. In quest’angolo del Trentino avviò tante iniziative che si diffusero poi sul territorio nazionale: dal fondo turistico all’orienteering alla palestra nel verde. Trovò consensi e terreno fertile per promuovere sport di fatica e trasmettere quella filosofia di vita che, tanti anni dopo, avrebbe ispirato anche Massimino Bezzi , il “patron” dello sci club Monte Giner.
Meno carisma ascetico del predecessore ma un vulcano di iniziative che spaziano su tutto l’arco dell’anno. Finita la stagione dello lo sci nei Centri fondo di Cusiano e Vermiglio, cominciano lo skiroll e la mountain bike, mentre il salto continua sulla plastica al Centro di Pellizzano che richiede un notevole impegno finanziario per il suo mantenimento da parte dei Comuni. Sul piano agonistico la solfa è sempre la stessa: tanto d’inverno che d’estate ragazzini e ragazzotti solandri mietono allori. Giulio Bezzi, il più titolato, è in buona compagnia: sulla sua scia sono cresciuti e hanno vinto il campionato italiano della categoria ragazzi Giovanni Bresadola nel salto speciale sui trampolini di Tarvisio, e Nicola Dalla Giovanna in combinata grazie al miglior tempo nel fondo sull’impegnativa pista dello stadio arena Paruzzi. E dietro di loro ci sono altri giovanissimi a garantire la continuità del movimento.
Sono entrambi elementi promettenti, che vengono rinforzare le fila di specialità che, messi tutti assieme, dagli atleti della nazionale ai giovanissimi, contano una cinquantina di elementi dai quali i tecnici riescono comunque a tirar fuori campioni come Pittin. Un livello al quale vorrebbe quantomeno avvicinarsi il buon Giulio Bezzi, che ci sta mettendo parecchio del suo, aggiungendo allenamento e spirito di sacrificio alla passione e tanta volontà che hanno contraddistinto finora la sua giovane carriera agonistica. Tanto è vero che, al primo anno nella categoria allievi e pur essendo della classe 1999, il 19 febbraio a Dobbiaco, ai Campionati italiani aspiranti sul trampolino hs 74. con due ottimi salti ha conquistato una insperata medaglia di bronzo alle spalle dei due azzurrini Alex Insam del Gardena e Andrew Lunari del Gallio che hanno 3 anni più di lui e vantano già delle esperienze a livello Internazionale.
I ragazzi di Massimino Bezzi si sono confermati il giorno successivo nella N.G con Giulio vero mattatore. Sul trampolino più piccolo, con due ottimi salti oltre il punto k (26.5 – 37.5) ha potuto partire nella prova di fondo alla Nordic Arena con due minuti di abbuono e andare a conquistare una ennesima vittoria relegando al 2°posto Sieff e al 3° Parolari del Comitato Trentino.
Nella categoria ragazzi Michele Longo e Alessio Lunari hanno relegato al 3°posto Giovanni Bresaola, al 4° il campione Italiano di categoria Nicola Dallagiovanna e al 5° Guido Flessati del Monte Giner.
Così per Giulio Bezzi è arrivata la convocazione, come atleta più giovane della spedizione, da parte del direttore agonistico Ivo Pertile, per la finale dei Giochi OPA di salto che si sono disputati a Krani in Slovenia. Un giusto riconoscimento per essersi messo in luce in tutto l’arco della stagione sia estiva che invernale come vincitore della Coppa Italia di salto speciale (12 gare nazionali) e 2° classificato nella Coppa Italia di combinata nordica (11 gare nazionali).
Fra poco lo rivedremo nello skiroll non più solamente fine a se stesso, ma come propedeutico per la prossima stagione invernale.
Con Giulio Bezzi altri piccoli campioni crescono in Val di Sole
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