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Sci di fondo

Presentato al Panathlon di Cuneo il nuovo libro di Stefania Belmondo

CUNEO 22 APRILE – Stefania Belmondo aveva ricevuto alcuni anni fa il premio “Panathlon d’oro” dopo una carriera sportiva nello sci di fondo a dir poco eccezionale: 10 medaglie alle olimpiadi di cui 2 ori olimpici vinti nel 1992 a Albertville e il secondo nel 2002 a Salt Lake City. Più che giustificata, dunque, la serata che il Panathlon le ha dedicato, aperta dal presidente Sebastiano Dutto (foto) che ha dato il benvenuto a Stefania Belmondo e ai numerosi ospiti presenti, fra i quali anche gli azzurri del biathlon della provincia di Cuneo Roberta Fiandino (Centro Sportivo Esercito) e Pietro Dutto (Fiamme Oro), oltre ai giovani fondisti che rappresentano il futuro.
Si è iniziato con un video preparato con la collaborazione della Regione Piemonte e rivolto alle scuole elementari e medie. Nel video si sono rivissute le 2 medaglie d’oro, in particolare la volata per la medaglia d’oro nella 15 km a Salt Lake City. Antonella Saracco, che precedentemente era stata curatrice del libro “Più veloci di aquile i miei sogni”, ha raccolto le fotografie di Stefania e in collaborazionebelmondo presidente con l’editore Araba Fenice ha pubblicato il libro “Immagini di vittoria” che racconta, attraverso moltissime foto, i “piccoli” e grandi successi della campionissima.
Stefania Belmondo ha raccontato che per ottenere dei risultati negli sport che presentano sforzi fisici come lo sci di fondo è indispensabile, oltre ad una buona dote personale, anche una grande passione che spinge lo sportivo a continuare imperterrito negli allenamenti giorno dopo giorno, condizione indispensabile per poter sperare di raggiungere traguardi importanti. Ha sottolineato l’importanza della lotta contro il doping. Dice Stefania “Bisogna parlarne ed è giusto che ci siano controlli che oggi sono stati anche introdotti negli amatori”. Ha poi sottolineato che nel libro si trovano le vittorie più belle della sua carriera raccontate attraverso le immagini, ma sono presenti anche immagini di “sconfitte”, come quella della copertina  quando arrivò quarta, a soli 2 secondi dal podio, nella 5 km di Albertville (Olimpiade 1992 la 5 km).
Stefania va spesso a parlare nelle scuole poiché crede nei valori dello sport e invita i ragazzi a praticarlo anche non in forma belmondo albertvilleagonistica. Lo sport è infatti una regola di vita che deve sempre di più entrare nel loro quotidiano: devono imparare a rispettarsi l’un l’altro ma anche a rispettare gli orari oltre agli avversari. “Lo sport, spiega Stefania, ti insegna ad impegnarti sempre al massimo, a non mollare mai. Quando andavo a scuola era un impegno organizzare l’allenamento e lo studio e poi quando lo sport è diventato la mia professione non potevo permettermi di tralasciare gli allenamenti. Nella vita niente ti viene regalato se non ti impegni e solo attraverso l’allenamento puoi sperare di coronare i tuoi obiettivi. Faccio spesso ai ragazzi l’invito a vivere di sogni, nessuno ce li può togliere e spesso sono uno stimolo importante per impegnarci di più nelle cose che facciamo.
 Ho un ricordo bellissimo della prima Olimpiade. Vi ero andata come riserva, quando avevo appena 19 anni, dopo aver vinto una medaglia ai Mondiali juniores e aver fatto buoni piazzamenti in Coppa del mondo. Il caso ha voluto che una mia compagna si facesse male e così presi parte a quei Giochi olimpici di Calgary dove ottenni un 19° posto individuale”. In quell’occasione Stefania capì che forse un giorno avrebbe potuto far risuonare l’inno di Mameli per lei, in una competizione olimpica, e questo fu uno stimolo importante per i successivi allenamenti che la portarono nel 1992 ad Albertville a vincere la sua prima medaglia d’oro nella 30 km. Vi furono poi momenti difficili con alcuni infortuni, ma riuscì a rialzarsi e nel 2002, a dieci anni di distanza, arrivò la sua seconda medaglia d’oro a Salt Lake City
 Era presente alla serata Paolo Salsotto comandante provinciale del Corpo Forestale di Cuneo che ha ricordato la forte emozione chebelmondo becchis continua a provare ogni volta che vede la volata finale di Salt Lake City.
Da parte sua Aldo Meinero ha ricordato il cuneese Giuseppe Bruno, colonnello degli alpini reduce della guerra di Russia che tra il 1964 e il 1972 formò la prima squadra nazionale femminile contro la volontà di tutti i corpi militari in quanto si riteneva che lo sci di fondo dovesse essere solo maschile. La storia di Stefania Belmondo ha dunque le sue radici in questa scelta coraggiosa del colonnello Bruno.
Durante la serata il presidente del Panathlon Cuneo, Sebastiano Dutto, ha presentato il nuovo socio bovesano Flavio Becchis, (foto) attualmente responsabile della Commissione Skiroll in seno alla FIHP (Federazione Italiana Hockey e Pattinaggio).

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