13 APRILE – Flavio Roda, il nuovo presidente della Fisi, parla finalmente di sci di fondo. Lo fa in un’intervista di Maurizio Di Giangiacomo sul quotidiano “Trentino” senza scoprire le sue intenzioni sulla conferma o meno dell’attuale direttore agonistico Silvio Fauner, ma manifestando almeno di essere a conoscenza della situazione tragica in cui versa questa specialità e l’intenzione di rilanciarla. Qualcosa di più lo dirà certamente il 27 aprile a Cavalese dove si riunirà il Consiglio federale e dove la FIS effettuerà l’ultimo sopralluogo in vista dei Mondiali di Fiemme 2013. Intervista interessante, quella di Maurizio Di Giangiacomo, che riprendiamo con doppio piacere. Perché è bravo e perché, pur impegnato come capocronista nella redazione di Trento, è tornato a scrivere anche di uno sport che, in un passato recente, lo aveva intervenire con competenza in ogni occasione.
Roda presidente gentile
«Nessuna rivoluzione con i Giochi alle porte»
Intoccabile Ravetto, il nuovo numero 1 garantisce la conferma di Theolier e Carca. E difende anche Fauner
di Maurizio Di Giangiacomo
TRENTO. Morzenti si era fatto riconoscere per la sua “mano pesante”. Flavio Roda, invece, sembra
intenzionato a lasciare se non altro il ricordo di un presidente “gentile”. Alla vigilia di Mondiali e Olimpiadi nessuna rivoluzione, nemmeno in settori agonizzanti come il fondo. Ma migliorie sì, specie nella valorizzazione degli atleti, nella fidelizzazione dei tecnici più importanti e per quanto concerne gli investimenti sui giovani. Parola di presidente.
Roda, cosa conta di fare nei primi cento giorni della sua presidenza?
Prima di tutto, mettere le direzioni agonistiche nelle condizioni di lavorare senza interrompere la loro attività nei prossimi due anni. Ai vari direttori agonistici ho chiesto un progetto, ora li incontrerò per discuterne ed apportare eventuali modifiche.
Poi, un progetto sui giovani. Sono anni che in federazione si taglia sempre e solo su di loro. Invece, un po’ come nel mio vecchio progetto Ratiopharm, ci saranno sponsor in più che consentiranno d’investire su di loro, con o senza di me. Voglio ridare dignità a tutte le discipline. Abbiamo già ripristinato le commissioni, che erano state cancellate, per un monitoraggio dell’attività. La federazione è reduce da sette mesi di commissariamento, che vuol dire ordinaria amministrazione: bisogna rimettere in moto la macchina, dare visibilità ai nostri atleti e riscattare i tecnici da una situazione di precarietà che è inaccettabile.
A proposito, qualcuno ha già lanciato l’allarme per il destino di tecnici come Theolier e Carca: li perderemo?
Noi non vogliamo perdere nessuno. Un tecnico come me non può commettere l’errore di farsi scappare gli allenatori migliori. In più, non farò mai quello che è stato fatto a me: avendolo vissuto sulla mia pelle, so il danno che si rischia di creare. A tecnici di quel valore ho già dato la sicurezza che i loro contratti verranno rinnovati.
Lei ha parlato di continuità…
Continuità dove ci sono i risultati.
Quindi, Ravetto non si discute.
Ha già presentato il suo progetto, al consiglio federale del 27 a Cavalese dirameremo il nuovo organigramma: non voglio anticipare nulla, ma è chiaro che il suo lavoro non è in discussione.
Il fondo invece langue: andiamo ai Mondiali di Fiemme 2013 con la squadra più debole degli ultimi vent’anni. Fauner è incolpevole?
Il fondo è in difficoltà e mi dispiace che questo succeda proprio alla vigilia del Mondiali della Val di Fiemme, uno dei pochi eventi internazionali che avremo in Italia, al quale vorremmo centrare risultati importanti. Detto questo, non voglio puntare il dito contro Fauner, il mio scopo è rilanciare il fondo.
Non c’è tempo per fare rivoluzioni?
Io vorrei cambiare meno possibile, preferisco apportare delle migliorie.
Oppure difende Fauner perché caro ai suoi “grandi elettori” veneti.
Io non faccio ragionamenti di questo genere. Non ho sostenitori e tra due/tre mesi ne avrò ancora meno. Ho avuto tanti voti anche in Trentino, dove c’era un candidato mio concorrente.
Lei però ha solo due anni per lasciare il segno.
Io non voglio fare due anni di campagna elettorale, le lezioni in programma tra due anni non mi toccano. Io voglio fare il meglio per la federazione in questi due anni, poi si vedrà. In più, devo fare riferimento alla preparazione olimpica impostata dal Coni. Se ci sarà da intervenire per mancanza di risultati, lo farò, ma senza epurazioni.
Il suo consiglio federale è spiccatamente “morzentiano”: non teme di esserne ostaggio?
L’ho detto anche in consiglio federale: del vecchio non so niente. Chi si concentra sul passato, non è attento al presente e non ha prospettive per il futuro. Il passato per me non esiste, non l’ho vissuto, facevo il mio lavoro di tecnico. Chi continua a parlarne, perde del tempo.
Il consiglio federale di Cavalese è una mano tesa agli sconfitti?
Io ho sempre voluto riportare i consigli federali sul territorio per affrontare i problemi del territorio. Sono
molto legato al Trentino, è la mia seconda casa. In più, quel giorno in Val di Fiemme è in programma l’ultimo sopralluogo della Fis in vista dei Mondiali, volevamo dare un segnale di vicinanza. Non ci sono sconfitti.
Erich Demetz, in nome dei comitati organizzatori di Coppa del Mondo, propone di ripartire dall’accordo siglato con Carraro e non da quello proposto da Morzenti. Ci sta?
Li ho letti e c’è ben poca differenza. Io intendo proseguire nel modo più corretto, senza bracci di ferro. Queste cose non sono importanti, quello che conta è ridare credibilità alla Fisi. Il fondo è in difficoltà e mi dispiace che succeda alla vigilia dei Mondiali di. Flemme. Ma non voglio accusare Silvio Il passato per me non esiste Chi continua a pensarci non è concentrato sul presente e non ha prospettive per il futuro.