| 19 febbraio 2012, 11:07

Le paraffine

 LE PARAFFINE

 

Le scioline di scorrimento, dette più comunemente paraffine, hanno lo scopo di aumentare la scorrevolezza delle solette degli sci, incrementandone la velocità che la superficie di polietilene grafitato di per se stessa già possiede per caratteristiche proprie. Sono sostanze che, come dice la derivazione latina del nome (parum affinis = poco affine) hanno uno scarsissimo grado di adesione alla neve.

Quelle di più largo uso e minor costo derivano dalla lavorazione degli idrocarburi (petrolio) e, secondo il grado di lavorazione, possono essere basso, medio o altofondenti, intendendo con questo termine la temperatura che dallo stato solido le porta allo stato pastoso fino a liquefarsi. Di invenzione più recente, più sofisticate e ben più costose sono invece quelle che derivano dal carbone mediante un processo di sintesi messo a punto dai ricercatori americani Fisher e Tropsch: rispetto alle precedenti hanno una resistenza ancora maggiore all'abrasione e un coefficiente di attrito molto più basso.

Se a queste paraffine si aggiunge il fluoro che per sua caratteristica fisica aumenta l'altofondenza, si hanno le così dette cere fluorurate, derivazione dell'ormai famosa cera F prodotta dalla Enichem a metà degli anni 80, alla quale si devono le medaglie olimpiche e mondiali degli atleti azzurri, allora utilizzatori in esclusiva di questo prodotto, che ulteriormente perfezionato trovò in seguito commercializzazione da parte di tutte le case di scioline italiane e straniere.

La paraffina, oltre alla funzione di scorrevolezza a sé stante, può anche fare da base a queste cere fluorurate. Facile la scelta poiché le indicazioni sulle confezioni ricalcano grosso modo la scala cromatica delle scioline di tenuta e vanno stese sull'intera lunghezza degli sci da skating, e solo in punta e coda sugli sci per la tecnica classica, per una lunghezza che varia in funzione dello spazio che, nella parte centrale, si ritiene di riservare alla sciolina di tenuta.

 

PARAFFINARE E RASCHIARE

 

La stesura, sempre nel senso punta-coda dello sci, può essere effettuata a caldo o a freddo, e questo dipende dall'attrezzatura di cui si dispone e dal modo in cui si presenta la paraffina che viene commercializzata allo stato solido (in forma di piccoli blocchetti), in polvere, liquida o spray. Comunque la si metta e qualsiasi tipo si scelga, deve impregnare i pori della soletta. La parte in eccesso, che risulterebbe controproducente, va eliminata mediante raschiatura servendosi di apposite spatole di plastica, con passate lunghe e graduali, con forza sempre uniforme, mantenendo un'angolazione della spatola di 45 gradi. A seguire ripetuto passaggio di spazzole. Il grosso del lavoro con quella in setole di ottone, la rifinitura con spazzole con setole di nylon e quindi di crine. Alla fine dell'operazione la soletta si deve presentare perfettamente liscia e lucida, lasciando intravedere la struttura (le "impronte"), che è un'altra fase  preparazione sofisticata dello sci mediante una macchina a mola diamantata di cui parleremo in altra occasione. Alla base di tutto, dunque, c'è l'uso che si vuol fare dello sci e il grado di sofisticazione che si intende raggiungere nella preparazione dello stesso, che può richiedere ogni volta spese aggiuntive nell'ordine di 50-70 mila lire.

Di per se stessa la normale paraffinatura basta e avanza per garantire un'ottima scorrevolezza a chi non ha velleità agonistiche e cronometriche, tanto più se l'umidità dell'aria non supera il 50-60% e la temperatura è bassa. Viene effettuata a caldo. Un tempo si scioglieva la paraffina necessaria all'operazione in un pentolino riscaldato sul gas e la si stendeva sulla soletta con un pennello, ripassandola poi con un ferro caldo. Una volta raffreddata la si asporta con spatola e spazzole. Metodo semplice e che richiede una spesa minima, quello del pentolino e del pennello, tuttora attuabile.

Un passo più avanzato consiste nell'uso di un vecchio ferro da stiro per chi non ha troppe pretese o possibilità di spesa, che fa il suo servizio, ma del quale non puoi controllare la temperatura che può avere sbalzi improvvisi (shock termici) di 30-40° C. Sicuramente più funzionali i modelli syncro commercializzati dalle varie case di scioline e regolati per raggiungere in poco tempo la temperatura di esercizio, con un termostato che ne assicura quella ritenuta ideale per sciolinare con ogni tipo di sciolina. I risultati migliori, assicurano gli esperti, li dà comunque il ferro Bravo elettronico, l'unico garantito a mantenere costantemente la temperatura al grado prefissato, con un divario massimo di un grado sopra e sotto, senza superare i 160° C che sono considerati la temperatura ideale perché la sciolinatura avvenga nel modo più omogeneo possibile senza danneggiare irrimediabilmente la struttura molecolare della soletta o alterare la miscela della sciolina.

 

ATTREZZI

 

La paraffinatura, con successiva asportazione del prodotto e levigazione della soletta, richiede innanzitutto una solida base di appoggio per lo sci, costituita da sagome che, per mezzo di una morsa, vengono ancorate, quando non si disponga dell'apposito tavolo di lavoro, a qualsiasi tavolo da cucina. Queste sagome sono commercializzate dalle ditte di sciolina. Come attrezzatura di base sono poi indispensabili spatole in plexiglas il cui angolo va sempre tenuto affilato, spazzole con setole di ottone, di nylon (o di ottone con nylon) e di crine per asportare completamente la paraffina in eccesso, e con ripiano in feltro per lucidare la soletta. Spazzole da usare nell'ordine di elencazione. Un avvertimento importante: con l'angolo curvo della spatola va asportata innanzitutto la paraffina che si trova nella canalina centrale, approfittando della presenza di paraffine in eccesso sulla superficie piana della soletta. Diversamente un brusco movimento della spatola potrebbe rigare la soletta stessa, danneggiandola e compromettendo la bontà dell'operazione.

A questa attrezzatura, che è essenziale, chi ha soldi da spendere e vuol fare meno fatica attuando meccanicamente l'operazione manuale di prima, può affiancare un trapano elettrico di almeno 600 W di potenza, con il relativo set di spazzole cilindriche rotanti in nylon, in crine, in scotch brite e in feltro.

 

COME PARAFFINARE

 

Si appoggia il blocchetto di paraffina al ferro il cui calore la fa liquefare e gocciolare sulla soletta, che deve essere preventivamente pulita e perfettamente asciutta, distribuendola poi uniformemente con ripetuti passaggi del ferro anche nella scanalatura. Il ferro va tenuto sempre in movimento in modo di far penetrare la paraffina nei pori della soletta senza correre il rischio di danneggiarla con l'eccesso di calore che verrebbe a provocarsi qualora il ferro si fermasse anche per solo qualche frazione di secondo. Il polietilene, infatti, ha dei limiti di resistenza al calore oltre i quali non può andare senza surriscaldarsi, ossidarsi o peggio formare delle bolle o prendere fuoco, cosa che danneggerebbe irreparabilmente la soletta. Se il prodotto presenta un punto di fusione più alto, come è il caso delle cere fluorurate, invece di sgocciolarlo sull'intera lunghezza della soletta, dove si raffredderebbe prima del passaggio del ferro, formando chiazze biancastre, si opera solo su un piccolo tratto sul quale si passa immediatamente il ferro, asportando poi la sciolina eccedente con una spatola perfettamente affilata.

Queste considerazioni sulla paraffinatura sono evidentemente di carattere generale.Ogni marca poi ha delle caratteristiche particolari la cui applicazione è facilitata dai dati, pur sintetici, riportati sulle confezioni, ai quali è sempre opportuno attenersi, e che si riferiscono alla gradazione di impiego e all'umidità dell'aria per le quali quel prodotto è stato studiato e realizzato. Istruzioni che si possono trovare anche nei siti internet delle stesse case.

 

PARAFFINATURA A FREDDO

 

Viene così chiamata poiché la sciolina di scorrimento, ma in particolare la cera fluorurata, viene applicata non con una fonte diretta di calore come è il ferro, ma dalla frizione operata manualmente con un uno stenditore di sughero o meccanicamente con il rullo (nella foto), sempre di sughero, azionato da un trapano a circa 2000 giri al minuto. L'operazione è consigliabile quando si devono affrontare lunghe distanze, poiché è stato accertato che la penetrazione della paraffina nella soletta è sicuramente superiore rispetto a quella derivante dall'azione del ferro caldo. E' inoltre di più rapida applicazione qualora, a seguito di un aumento della temperatura e dell'umidità, si volesse modificare una precedente sciolinatura sovrapponendole una nuova disponendo di poco tempo. In questo caso la nuova paraffina va strofinata con una certa energia su tutta la superficie della soletta, su sci già sciolinati e asciutti, fino a formare uno strato omogeneo che va tirato poi con un tampone di feltro e spazzolato con una spazzola in crine. La paraffinatura a freddo è ancora più comoda con le cere fluorurate, che si sovrappongono alla paraffina, che in questo caso ha la funzione di "base" e cioè di ancoraggio. Di questa operazione, dell'impiego e dei rischi legati all'impiego delle cere fluorurate parliamo più avanti.