Dopo aver vinto la storica medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Pyeongchang nella team sprint con l’amica di mille avventure Kikkan Randall, per Jessie Diggins la primavera 2018 non è trascorsa in piena tranquillità come lei era solita fare in passato.
Nel suo tradizionale "April off " ha iniziato una lunga serie di incontri coi media USA, è stata accolta nella natia Afton con una parata trionfale, è stata l’ospite principale alle partite dei playoffs della sua squadra di hockey preferita i Minnesota Wild e lanciato il primo pitch coi Twins in una partita di baseball, le è stata intitolata una strada nella sua città e ha tenuto un discorso davanti al Congresso USA a Washington per promuovere il suo impegno nella battaglia di "Protect Our Winters", l’organizzazione che si batte per proteggere il nostro pianeta dalla minaccia dei cambiamenti climatici. Però a maggio Jesse ha rimesso gli sci ai piedi, preparandosi per la nuova stagione.
Nata ventisette anni fa ad Afton, piccola cittadina di tremila abitanti circa quaranta chilometri ad est delle Twin cites dell’american "Gopher State" (Minneapolis e St. Paul), Jessie inizia fin da piccolina a conoscere lo sci di fondo grazie ai suoi genitori Deb e Clay. Una volta ricevuti i suoi primi sci stretti è subito amore a prima vista.
Oggi è ben conosciuta da tutti gli appassionati di sci di fondo ormai da un lustro, ovvero da quando vinse la medaglia d’oro iridata nella team sprint ai Mondiali di Fiemme 2013, cui seguono tanti altri successi, compresa la prima storica medaglia d’oro statunitense nel fondo alle recenti Olimpiadi di PyeongChang.
Da poco ritornata negli States da quello che lei definisce come il miglior training camp di sempre svolto per tre settimane in Nuova Zelanda, Jessie si concede alle nostre domande col sorriso che da sempre la contraddistingue in ogni frangente, così come il glitter sulle guance durante le gare più importanti della stagione.
Al riguardo, c’è una ragione molto chiara che in pochi conoscono. Non è così?
"Sì, il glitter per me rappresenta un legame con il passato, un modo di continuare a essere quella ragazza che con lo sci di fondo si divertiva e negli anni delle high school voleva sempre andare a tutta velocità. Molte volte le gare Olimpiche o Mondiali possono essere molto difficili per la tensione da sopportare, ma anche molto emozionanti. Ecco il perchè del glitter. Voglio ricordare a me stessa che io amo questo sport, amo ciò che sto facendo e mi diverto da morire".
Cosa avete provato mentre stavate ascoltando l’inno americano a Pyeongchang dopo aver vinto l’oro olimpico?
"Ho solo pensato che era speciale per me essere lì sul podio olimpico. È stato molto emozionante perchè a Pyeongchang ad assistere alla premiazione vi erano anche i miei genitori e il mio fidanzato. Ho pensato che il successo fosse importante per tutto il movimento statunitense dello sci di fondo, allenatori compresi. Dietro il nostro successo vi sono molte persone del team che hanno lavorato sodo e ci hanno aiutato molto".
Dopo essere diventata campionessa olimpica, quali sono le motivazioni che la spingono ad allenarsi ancora molto duramente?
"Ci sono ancora molte cose che vorrei vincere! Inoltre voglio migliorare parecchio. Per esempio uno dei miei obiettivi è quello di raggiungere una medaglia iridata con la staffetta 4×5 km, oppure cercare di vincere il Tour de Ski negli anni a venire. Un altro mio obiettivo è quello di conquistare una medaglia d’oro mondiale od olimpica in una gara distance individuale. Ci sono cinque format del programma olimpico che io ancora non ho vinto! Per questo la mia motivazione rimane sempre molta alta".
Lo scorso anno lei è arrivata seconda in classifica generale, staccata di soli 40 punti da Heidi Weng. Tuttavia ha disertato la tappa di Lahti a inizio marzo. Se si fosse presentata amcje lì, forse la Sfera di cristallo avrebbe potuto essere sua. Ha dei rimpianti per quella assenza?
"No, non ho rimpianti. I quaranta punti posso averli persi nel Tour de ski o in altre tappe di Coppa del Mondo prima delle Olimpiadi. Questo è un discorso fatto con il senno di poi. Dopo i Giochi Olimpici ho voluto tornare per negli Stati Uniti perché a Lahti fa sempre molto freddo e le condizioni sono difficili. Se ci fossi andata magari mi sarei ammalata, oppure sarei arrivata a Drammen e Holmenkollen più stanca e quindi non avrei gli stessi punti che sono riuscita a raccogliere in Norvegia. No, non ho rimpianti per la Overall. Non ha senso guardarsi indietro adesso".
Però ci dica, la Sfera di cristallo è un obiettivo per la prossima stagione? "Sicuramente ci proverò ancora. Sarebbe un sucesso davvero speciale per un’americana, ma ho ancora molti anni davanti a me per riuscire in questo".
È vero che l’obiettivo principale della sua preparazione estiva 2018 è quello di migliorare in tecnica classica?
"Il mio stile alternato sta andando sempre meglio anno dopo anno, soprattutto nelle gare sopra i 10 km. Ci sto lavorando e so che in questo io posso migliorarmi ancora".
In generale lei non viene citata come un esempio di stile.
"Vero, io non ho una grande tecnica, ma sono dannatamente brava nel portare fuori la massima velocità nei tratti piani e imporre la mia progressione quando il terreno si incattivisce. Non sarei chi sono se provassi a cambiare le parti di me che mi rendono cosi’ veloce"
Cosa si aspetta dal rientro alle gare di Therese Johaug dopo due stagioni di sospensione?
"Difficile dire quale possa essere il suo livello dopo due anni senza competizioni. Sicuramente sarà molto motivata e personalmente credo che ritroveremo Therese al vertice fin da subito. Aspettiamola".
Come descriverebbe la popolarità dello sci di fondo negli Stati Uniti? Lei e i tuoi compagni di squadra del team USA siete più considerati dai grandi media americani, dagli sponsor e dagli appassionati rispetto al passato?
"Sicuramente il nostro successo olimpico ha aiutato molto ad accrescere la popolarità dello sci di fondo negli Stati Uniti. Ora molti più americani conoscono i nostri nomi. Negli States le Olimpiadi sono il massimo avvenimento sportivo, sono considerate infinitamente più importanti dei Mondiali, mentre in Europa la differenza di concezione non è così marcata. Le Olimpiadi hanno avuto una copertura mediatica altissima e tutti hanno potuto assistere alle gare di sci di fondo e ai nostri successi. Questo non accade durante i Mondiali o le gare di Coppa del Mondo, anche per via del fuso orario che costringe i veri appassionati a vedere le gare live alle tre o alle cinque del mattino, ma in generale la nostra esposizione mediatica è aumentata e più gente si è avvicinata allo sci di fondo".
Peraltro nel 2020 la Coppa del Mondo di sci di fondo tornerà negli Stati Uniti dopo quasi due decenni. Si gareggerà a Minneapolis e lei ha spinto tanto per questo progetto. Può dirci di più su quesa tappa che si svolgerà vicino alla vostra città natale Afton?
"Al momento non posso ancora dire nulla su questo progetto, in quanto la tappa di Coppa del Mondo nel Minnesota verrà ufficializzata e presentata nei prossimi giorni. So che farà parte del Tour nordamericano di fine stagione e vi saranno due gare, di cui una sprint. Per quanto mi riguarda, ho molto spinto per avere una tappa negli Stati Uniti per dare la possibilità ai giovani appassionati americani di vedere da vicino i grandi campioni internazionali dello sci di fondo. So che vi è già un buon interesse per questa tappa È importante per le giovani generazioni americane vivere da vicino queste manifestazioni dopo tanti anni, così come per me sarà bello avere il contatto diretto con il mio pubblico".
Perché un ragazzo o una ragazza dovrebbe scegliere di fare sci di fondo quando incomincia un’attività sportiva? Cerchi di convincere un giovane a iniziare con lo sci di fondo.
"Perchè è uno sport ‘cool’. Non è uno sport di contatto che spesso provoca infortuni, si è sempre a contatto con la natura e può essere svolto dalla giovane sino alla vecchiaia senza alcun problema. È uno sport divertente, salutare, che ti fa emozionare in ogni momento. Inoltre hai la possibilità di scegliere sempre il percorso migliore a seconda del tuo livello o delle tue ambizioni".
Quale è il vostro segreto nell’essere sempre così sorridende prima, durante e dopo le competizioni? Avete dei momenti negativi durante il giorno?
"Certamente anch’io ho dei momenti negativi nelle mie giornate, ma in ogni situazione bisogna sempre trovare il lato positivo. Anch’io mi arrabbio con me stessa se faccio degli errori, ma anche se si hanno delle gare o risultati al di sotto delle aspettative, bisogna saper ripartire e l’approccio positivo aiuta. Io sono sempre sorridente perché mi considero molto fortunata. Amo quello che sto facendo, posso conoscere molti amici. Inoltre viaggiare attraverso il mondo con le gare di sci di fondo mi fa sentire realizzata internamente".
Da adolescente ha avuto disturbi alimentari che ora ha superato con successo. Ha qualche consiglio per i giovani sciatori che stanno passando questa situazione?
"Avere un disturbo alimentare è una situazione molto più comune nello sport di quanto si pensi abitualmente. La cosa più importante è che non ci deve essere vergogna nell’ammettere questo problema, potrebbe accadere a chiunque. Non è un nostro errore, ma una condizione mentale. È importante che si chieda aiuto se si ha un disturbo alimentare. Non ha senso rimanere nel proprio dolore, bisogna parlarne. Con la propria famiglia o un medico, oppure un amico fidato o con una persona che ha superato con successo questo problema. In questo modo sarà più facile uscirne"
Lei è attivamente coinvolta nell’organizzazione di Protect Our Winter. Cosa può fare ognuno di noi per prevenire i cambiamenti climatici e preservare i ghiacciai e le antiche vere stagioni invernali ?
"E’ importante che noi tutti ci educhiamo correttamente su questa problematica del nostro tempo. È fondamentale per il nostro pianeta che gli inverni rimangano sempre gli stessi. È una situazione sicuramente innegabile che gli inverni siano sempre piu’ corti e i ghiacciai stiano scomparendo. Noi dello sci di fondo ce ne rendiamo conto sempre di più frequentando attivamente i ghiacciai e le varie stazioni invernali durante i nostri allenamenti e le gare che disputiamo in tutto il mondo. Io voglio che i miei nipoti nel vicino futuro possano essere ancora in grado di fare sci di fondo nelle stesse condizioni che noi abbiamo adesso. Ognuno di noi può fare qualcosa nel suo piccolo e mettere pressione su chi ci rappresenta direttamente nei vari parlamenti o congressi su questa questione, ciò può essere un buon inizio".
Jessie Diggins: “Dopo l’oro olimpico voglio portare la Sfera di cristallo negli Usa!”
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