A Seefeld sono andate in scena le ultime competizioni prima dei Giochi olimpici di PyeongChang. Al contempo sono state ufficializzate le scelte italiane in vista della manifestazione coreana che prenderà il via a giorni. Sentiamo allora l’analisi Fulvio “Bubo” Valbusa, il cui ululato ha indubbiamente connotati a Cinque cerchi.
Questa la squadra azzurra per PyeongChang
BERTOLINA Mirco (1991)
DE FABIANI Francesco (1993)
NÖCKLER Dietmar (1988)
PELLEGRINO Federico (1990)
RASTELLI Michael (1991)
RIGONI Sergio (1986)
SALVADORI Giandomenico (1992)
ZELGER Stefan (1995)
BROCARD Elisa (1984)
COMARELLA Anna (1997)
DEBERTOLIS Ilaria (1989)
LAURENT Greta (1992)
PELLEGRINI Sara (1986)
SCARDONI Lucia (1991)
VUERICH Gaia (1991)
Allora Bubo, cosa ci dici di queste convocazioni?
“Credo che in campo maschile ci possano stare, nonostante nelle ultime gare non siano arrivate quelle risposte che cercavamo. Però c’è una ragione molto chiara. I ragazzi hanno caricato tantissimo dopo il Tour de Ski e Dresda, quindi avevano le gambe molto impallate perché c’era molto lavoro da smaltire. Mister Chenetti è uno dei tecnici migliori del mondo e sono sicuro che ha studiato la preparazione per arrivare al top proprio in Corea”.
Entrando più nel dettaglio, quali sono i tuoi pensieri?
“Pellegrino, De Fabiani e Nöckler erano giustamente già sicuri da diverso tempo in virtù dei risultati ottenuti. D’altronde tutti e tre in stagione sono saliti sul podio; individualmente, come nel caso di Chicco e Francesco, o in una team sprint come accaduto a Diddi. Rastelli e Salvadori hanno fatto il loro, dimostrando di avere le carte in regola per poter ambire a un pettorale in staffetta, perché nella 4x10 km dovranno essere schierati gli uomini più in forma in quel momento indipendentemente dai nomi di ognuno. Gli altri sono stati portati per fare un’esperienza. Bertolina comunque ha dimostrato grande cuore concludendo il Tour de Ski e Zelger è un giovane che deve crescere e ha dato qualche segnale di vita”.
Cosa ci dici invece delle donne?
“In campo femminile sinora il posto se l’era guadagnato solo Elisa Brocard a suon di risultati. Credo che lei possa fare bene anche in ambito olimpico. Aggiungo che per quanto si è visto nelle ultime settimane è giusto portare anche Gaia Vuerich Lucia, Scardoni e Greta Laurent, le quali comunque qualcosa nelle sprint hanno fatto vedere”.
Fine? Non aggiungi niente altro? Le convocate sono sette, non quattro.
“Lo so.”
Cosa facciamo, chiudiamo la rubrica qui per questa settimana e tanti saluti? Non hai proprio niente altro da aggiungere?
“Certo che mi tiri fuori proprio con le pinze quello che non sono sicuro di voler dire! Va bene dai, allora mi esprimo appieno. Io credo che la decisione di portare sette ragazze sia più politica che tecnica, una politica dettata dal Coni o dalla Fisi allo staff, ben diversa da quella di nazioni come la Svezia dove viene lasciata a casa Emma Wiken, che in stagione ha ottenuto dei piazzamenti nella top ten in Coppa del Mondo! Questo mi fa riflettere, perché io sono dell’idea che si debbano schierare solo elementi di livello. È inutile nascondersi dietro un filo d’erba, ci sono atlete portate sulla fiducia nonostante in questo inverno manchino totalmente i risultati. Forse si vuole dare una possibilità alle fondiste di emergere in un contesto con meno avversarie, perché alle Olimpiadi ogni nazione avrà solo 4 posti e di conseguenza le azzurre avranno la possibilità di entrare nelle trenta”.
Olimpiadi, ormai ci siamo. Le tue previsioni sull’Italia? Le possibilità di medaglia sono davvero solo due su dodici gare?
“Forse un De Fabiani al top può provare a regalarci qualche sorpresa, ma la concorrenza è altissima. In generale si andrà a PyeongChang con l’obiettivo di fare buoni piazzamenti. Le nostre speranze di medaglia sono tutte concentrate sulle sprint maschili. Nella gara individuale penso che Pellegrino possa avere qualche chance. È vero, lui non ama la tecnica classica, però la pista sarà molto dura e si gareggerà su una neve particolare, differente da quella centroeuropea, quindi potrebbe succedere di tutto. Non credo che i miracoli si possano avverare, ma con la prova perfetta e un po’ di fortuna la medaglia di bronzo è alla sua portata. D’altronde sulla gara secca può succedere di tutto, sarà anche un cliché ma è la verità. L’emozione potrebbe giocare brutti scherzi anche ad elementi favoriti con meno esperienza di Chicco”.
Però il mirino è sicuramente puntato sulla sprint a coppie, dove si gareggerà a skating.
“Sì, la coppia Pellegrino-Nöckler è sicuramente da medaglia. Però attenzione perché non è per niente scontata. La Norvegia sulla carta è pressoché imbattibile o comunque devono succedere davvero dei disastri perché non salga sul podio. La Russia sarà orfana di un primo attore che Ustiugov, ma può comunque contare su dei giovanissimi di grande talento che non hanno paura di niente. Mai sottovalutare la Svezia, perché nelle ultime settimane abbiamo visto un’importante crescita di Calle Halfvarsson e in coppia con un Hellner al meglio o a Peterson potrà indubbiamente rompere le uova nel paniere. Aggiungo di fare grande attenzione alla Francia, perché potrebbero schierare Maurice Manificat nelle frazioni dispari e allora la sua presenza spariglierebbe non poco le carte. Poi Chanavat non è l’ultimo arrivato in volata, quindi occhio ai transalpini perché zitti zitti potrebbero fare saltare il banco. Infine bisognerà vedere le scelte della Svizzera. Se dovesse presentarsi con Dario Cologna, allora il ritmo sarà infernale. Ricapitolando, la Norvegia è superfavorita, dopodiché c’è posto. Siamo in un lotto di cinque pretendenti per le altre due medaglie. Dovremo giocarci bene le nostre carte, le frazioni chiave saranno quelle di Nöckler, che non dovrà perdere terreno su una pista tosta dal primo all’ultimo metro”.
Come concludiamo l’ultima puntata pre-olimpica?
“Con un grande in bocca al lupo a tutti gli atleti! Io di Olimpiadi ne ho fatte 5 e so bene come non sia per nulla facile vincere medaglie. Quindi un grandissimo ululato a tutti i fondisti italiani in vista di PyeongChang!”.